Altre tre settimane di tempo per arrivare ad un'intesa sulla vertenza Perugina. È questo l'esito dell'incontro “interlocutorio” che si è svolto giovedì 18 gennaio al ministero della Sviluppo economico tra rappresentanti delle istituzioni, Nestlé e i sindacati sul piano occupazionale per la fabbrica di cioccolato dove la multinazionale ha annunciato da tempo 340 esuberi.

Il nuovo appuntamento è per il 15 febbraio sempre al Mise, in quella occasione potrebbe arrivare la chiusura della trattativa che si è incentrata nell'ultimo periodo sull'ipotesi di trasformazione di 150 contratti in part-time, di 80 ricollocazioni incentivate in altre aziende sul territorio e di una sessantina di uscite volontarie dallo stabilimento di San Sisto. Quindi senza licenziamenti. I sindacati hanno comunque chiesto l'attivazione di un ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria, ipotesi che l'azienda non ha tolto dal tavolo.

In una nota la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e il vicepresidente Fabio Paparelli dichiarano che l'obiettivo del rinvio di tre settimane è quello di poter giungere “ad un avvicinamento delle posizioni e dunque arrivare ad un esito il più possibile soddisfacente per tutti. Come Regione – spiegano – abbiamo chiesto che vengano valutate con molta attenzione tutte le opzioni per lo sviluppo del sito produttivo di Perugia e la conseguente ricaduta sul territorio, in termini di qualità della produzione industriale, progetti e tenuta occupazionale. Abbiamo confermato, insieme al Governo, la disponibilità massima delle Istituzioni, già ribadita nei precedenti incontri, a valutare ogni possibile supporto pubblico con l’utilizzo di ogni strumento a disposizione. Massima attenzione – concludono – abbiamo chiesto all’azienda ovviamente anche per quello che riguarda la gestione di questa fase, molto delicata, del confronto rispetto alle ricadute occupazionali della vertenza”.