Non riescono a capacitarsi di come un'azienda che ha sempre prodotto e avuto ordini, che ha fatto fino a ieri ampio ricorso agli straordinari per soddisfare la domanda dei suoi dolci, conosciuti e apprezzati in tutta le regione e non solo, possa essere arrivata davvero sull'orlo del baratro. I lavoratori della Idp Piselli, storica industria perugina del settore alimentare, hanno incrociato le braccia oggi (15 ottobre) e presidiato i cancelli dello stabilimento di Pierantonio, per lanciare un segnale forte e chiaro della loro intenzione di non accettare passivamente una situazione che li vede fortemente penalizzati e in pericolo senza alcuna responsabilità. E' quanto si apprende da una nota della Cgil umbra.

Davanti alla loro fabbrica, deserta per lo sciopero di otto ore proclamato dopo l'incontro di mercoledì scorso in Confindustria, stamattina circa 200 lavoratori hanno partecipato alla manifestazione indetta dalla Rsu, insieme a Flai Cgil e Fai Cisl di Perugia e alla quale hanno preso parte anche diversi rappresentanti delle istituzioni locali di Perugia e Umbertide, tra cui i due sindaci Boccali e Giulietti (arrivati in tarda mattinata per impegni pregressi) e molti lavoratori di altre aziende del territorio, fra cui la Perugina, che hanno portato la loro solidarietà e il loro appoggio ai colleghi in lotta.

“Nel corso degli anni abbiamo fatto enormi sacrifici per questa azienda – ha spiegato Massimo Gentili, da 30 anni operaio alla Piselli e delegato Rsu – ora ci vengono a dire che sono costretti a vendere e che chi arriva vuole tagliare del 40% produzione e occupazione. Questo è del tutto inaccettabile e lo sciopero di oggi è una prima risposta per dire che bisogna sedersi a un tavolo sia con Piselli, che deve saldare tutte le nostre spettanze arretrate, sia con gli eventuali nuovi acquirenti che devono presentare un piano industriale serio e non le chiacchiere di mercoledì scorso”.

Ora, si attende il nuovo incontro di martedì prossimo (18 ottobre), quando le parti torneranno a sedersi al tavolo di Confindustria. E in quell'occasione i lavoratori fermeranno nuovamente la produzione per dar vita ad un'assemblea permanente e confrontarsi alla luce di quello che sarà emerso dall'incontro. 

Oggi alla manifestazione davanti allo stabilimento di Pierantonio, nonostante la pioggia che è caduta per tutta la mattinata, in tanti, anche lavoratori stagionali e interinali, sono voluti intervenire per portare un contributo alla discussione o per testimoniare solidarietà. Per i sindacati hanno preso la parola Angelo Manzotti, segretario territoriale della Cisl di Perugia, Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil di Perugia e Sara Palazzoli, segretaria generale della Flai Cgil di Perugia. Tutti hanno ribadito l'intenzione di non accettare “atti di sciacallaggio” su un patrimonio industriale prezioso e fondamentale per il territorio, che subisce una crisi “strettamente finanziaria” che “rischia di essere pagata integralmente dai lavoratori”. Rispetto a questa situazione inaccettabile i sindacati hanno anche ribadito la necessità di un intervento repentino delle istituzioni locali a tutti i livelli.

“Martedì all'incontro in Confindustria saremo più forti dopo la piena riuscita della manifestazione e dello sciopero di oggi – ha detto Sara Palazzoli, chiudendo l'iniziativa – e ci siederemo al tavolo per rappresentare e difendere tutti i 300 lavoratori di questa azienda. Deve essere chiaro infatti che per noi è impensabile trattare diversamente per fissi e precari. Loro – ha concluso Palazzoli - da bravi imprenditori del Nord, vengono a parlarci di numeri, ma noi vogliamo parlare di lavoratrici e lavoratori”.