La Cgil nazionale interviene con una nota critica sul voto di lunedì 6 agosto con cui il Senato ha approvato all'unanimità un emendamento al decreto milleproroghe bloccando fino al 2020 le convenzioni sottoscritte tra sindaci e governo per il finanziamento dei progetti relativi al bando periferie che interessano 96 città, quelle della seconda tranche di sottoscrizioni.
“Qalora divenisse definitivo – riporta la nota del sindacato – il provvedimento metterebbe a rischio la realizzazione di progetti nei confronti dei quali c’è stato un significativo investimento da parte degli enti locali e i cui risultati sono strettamente legati allo sviluppo locale. Sul tema periferie c’è stato un generale disinteresse da parte dei governi e un approccio tardivo, più volte rilevato dalla Cgil che ha ripetutamente denunciato la necessità di intervenire strategicamente in aree oggi ‘deboli’ con una programmazione pluriennale, con finanziamenti dedicati e costanti, integrando risorse ordinarie e straordinarie, implementando azioni di sistema e non di progetto che coinvolgano più ambiti e attori”.
“Il piano periferie – prosegue la nota – pur avendo una visione a nostro parere carente di prospettive rispetto alla complessità dei fattori che oggi determinano il disagio, ha visto uno stanziamento di fondi rilevante rispetto a quanto finora dedicato alla riqualificazione urbana, e non è condivisibile che questi vengano congelati. In alcuni Comuni è già stata avviata la messa in opera dei progetti e il blocco annunciato non solo impedirà il raggiungimento degli obiettivi previsti, ma produrrà una dispersione economica importante. Da investimento per lo sviluppo locale a diseconomia e quindi perdita”.
“E' vero – riconosce la Cgil nella nota – che i fondi sono stati spostati verso un’altra voce di bilancio con cui lo Stato vuole finanziare un intervento che permetterà ai Comuni di utilizzare gli avanzi di bilancio bloccati dal patto di stabilità. Non è tuttavia ammissibile che, come spesso è accaduto in passato, alcune voci di bilancio siano finanziate sottraendo fondi ad altri importanti interventi. Le aree periferiche sono realtà che necessitano di un’attenzione prioritaria a livello di politiche urbane e c’è piuttosto la necessità urgente di ampliare le iniziative”.
“Per la Cgil – conclude la nota – il tema periferie è oggi nodale e, a dimostrazione della priorità che assume tra le proprie iniziative, sta portando avanti un progetto sperimentale nelle realtà periferiche di quattro città (Milano, Roma, Bari, Catania) nelle quali, attraverso un’interlocuzione con gli enti locali, si stanno definendo piattaforme locali. Riqualificazione del patrimonio edilizio, contrasto al degrado urbano, rigenerazione delle periferie si coniugano in questo modo con opportunità occupazionali e sviluppo locale, in un percorso partecipativo, con contrattazione territoriale sociale e inclusiva”.