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PESARO - Di fronte ad una platea numerosa e attenta, la Carta dei Diritti universali del Lavoro è stata presentata oggi pomeriggio (2 marzo) ai lavoratori e alle lavoratrici della Scavolini Pesaro. Un'azienda leader del settore, proprio nel cuore di una zona industriale un tempo chiamata distretto delle cucine, per la notevole concentrazione di aziende dal marchio. Il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto, ha spiegato ai lavoratori e alle lavoratici cos’è la Carta dei diritti e a chi è rivolta, riassumendone l'essenza nelle parole d'ordine libertà e dignità (ascolta il podcast su RadioArticolo1).
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Dignità e diritti di tutti i lavoratori a prescindere dal tipo di lavoro e contratto, libertà di associazione, libertà dei lavoratori di intervenire nelle decisioni dell’azienda. Il segretario afferma la necessità di ripartire dall’architrave del nostro paese: i lavoratori e i pensionati. All’assemblea partecipano sia i dipendenti della Scavolini sia Ernestomeda, il marchio lanciato nel 1996 che rappresenta una sorta di “linea lusso”, con un design più ricercato. Sono 550 i dipendenti della Scavolini e 103 quelli di Ernestomeda.
Nei nostri anni il lavoratore è considerato un costo e non una risorsa, spiega Baseotto, e i messaggi contraddittori che arrivano dagli organi di informazione raccontano un Paese e una ripresa che nella realtà non ci sono. “Abbiamo il capo del governo di turno – dice - che ci spiega che le cose stanno andando bene anche oggi. Poi a televisioni spente ci accorgiamo che l’economia va male, che i giovani non lavorano, che migliaia di aziende hanno chiuso e che nel 2016 in Italia c’è il rischio di un nuovo periodo di recessione. Una grave contraddizione - sottolinea Baseotto -, è una sorta di dissociazione tra gli slogan e la realtà che tutti abbiamo sotto gli occhi".
Quindi le novità della Carta. Una proposta di nuovo Statuto che punta a ricostruire quanto era contenuto nello Statuto dei lavoratori, ma introduce anche molte innovazioni. Tutto parte "dalla necessità di includere e di estendere i diritti anche per quei lavoratori che non li hanno mai avuti”. La frammentazione del lavoro è stata "frutto di politiche miopi e negative", che hanno tolto dignità a chi lavora, esaltando al contrario soltanto il ruolo delle aziende.
Per dare forza alle battaglie c'è bisogno di una nuova stagione di unità sindacale, ha detto Baseotto. In particolare, occorre universi sul nodo della rappresentanza e allo stesso tempo rafforzare l’azione di contrasto sulle "leggi sbagliate", come la riforma Fornero sulle pensioni "che deve essere cambiata". In generale, bisogna invertire la rotta contro la precarizzazione e lo svilimento del lavoro e dei suoi valori. "Una proposta eccezionale nata da una situazione altrettanto eccezionale”, ovvero la conseguenza di una lunga fase di crisi economica e governi che hanno sistematicamente smantellato i diritti.
Il gruppo Scavolini rappresenta un modello positivo, perché ha superato la crisi senza mai ricorrere agli ammortizzatori sociali e assumendo personale quando le altre realtà chiudevano. La storia della Scavolini, azienda leader del settore inizia nel 1961 da un piccolo laboratorio artigiano dei fratelli Valter ed Elvino Scavolini, ma in breve tempo diventa azienda leader in Italia, a partire dal 1984. Nel 2015 il fatturato ha raggiunto i 175 milioni di euro e superato i 200 milioni di euro per il gruppo.
“L’azienda ha sempre valorizzato il suo capitale umano – commenta Andrea Girometti della Rsu – ma conosciamo la realtà del lavoro e delle leggi che in questi anni hanno tolto anziché dare. Siamo compatti nel sostenere questa proposta e faremo tutto il possibile". La Carta dei diritti vuole superare il Jobs Act, come puntualizzato sia da Baseotto sia dal segretario generale provinciale della Cgil, Simona Ricci. L'obiettivo è ricostruire il diritto del lavoro, che la politica negli anni ha tentato in tanti modi di smantellare.
Al termine dell’assemblea anche il delegato Luca De Rosa ha ribadito "l’importanza di allargare i diritti senza la tentazione di rinchiudersi nel proprio quotidiano, ma guardando anche a chi i diritti non li ha”.
L'assemblea, infine, ha definito una proposta in vista dell'8 marzo: devolvere fondi a favore delle strutture che accolgono le donne e i loro figli vittime di violenza. Una scelta di solidarietà che la Cgil di Pesaro aveva già compiuto alcuni mesi fa, in sede di compilazione delle dichiarazioni dei redditi.