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In Italia i pensionati devono pagare 1.500 euro medi all'anno tra tasse e tariffe. E sta arrivando una nuova stangata: un aumento che peserà ulteriormente sui redditi da pensione con l’aumento delle addizionali Irpef regionali e comunali, l’introduzione di nuove tasse come l’Imu e la continua crescita dei costi energetici. E’ quanto emerge da un'indagine diffusa oggi (15 settembre) dallo Spi Cgil, che analizza il peso complessivo del prelievo fiscale e delle principali tariffe sulle pensioni.
A pesare è in particolare il prelievo fiscale locale, che si aggiunge a quello nazionale. Il sindacato dei pensionati fa i conti: l’addizionale regionale Irpef è passata dallo 0,9% al 2,3% nelle regioni con deficit sanitario, mentre l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef è stata portata nella maggior parte dei Comuni italiani al valore massimo dello 0,8%.
Sui redditi da pensione pesa anche l’Imu, che interessa circa 9 milioni di pensionati e per la quale si sborsano mediamente 200-300 euro all’anno. Nel 2013 è prevista - in aggiunta - la nuova tassa comunale sulla raccolta dei rifiuti (Tares) che sostituirà le due precedenti imposte (Tarsu e Tia) con un conseguente aumento del prelievo che potrebbe arrivare fino a 30 euro a famiglia. Secondo l’analisi dello Spi, quiindi, per i pensionati l’insieme della fiscalità locale avrà complessivamente un peso aggiuntivo di circa 700-800 euro all’anno, ovvero più di una mensilità di pensione media netta.
Un’altra voce di spesa che grava pesantemente sui redditi da pensione è relativa ai consumi energetici di luce e gas. Il peso medio si aggira, infatti, su un importo pari a 450 euro annui. La stessa dinamica riguarda inoltre le tariffe idriche, con un peso di circa 230 euro all’anno.
“Occorre intervenire con urgenza per alleggerire il peso fiscale sui redditi da pensione o la crescita sarà soltanto una chimera. E’ davvero impensabile infatti far ripartire i consumi e l’economia del paese se le pensioni sono letteralmente mangiate da tasse e da tariffe che non fanno altro che aumentare”. Il segretario generale dello Spi, Carla Cantone, commenta così i dati diffusi dall'organizzazione. “Al danno si aggiunge anche la beffa – prosegue – perché all’aumento delle tasse non corrisponde un miglioramento dei servizi di welfare locale, che diminuiscono sempre di più e sono sempre meno di qualità. E’ per questo che occorre rilanciare la lotta all’evasione fiscale, far pagare chi non lo ha mai fatto e investire le risorse che vengono recuperate al finanziamento di interventi destinati alle fasce sociali più deboli”.