Il Partito Democratico non è stato fondato per decidere a maggioranza sulle questioni bioetiche. Lo afferma l'ex vice premier, Francesco Rutelli, in un'intervista apparsa oggi su Repubblica. Parlando del ddl sulla fine della vita, spiega di aver votato "non da cattolico ma da parlamentare", cioè cercando una sintesi tra posizioni diverse. Sul divieto di interrompere l'alimentazione e l'idratazione per Eluana Englaro, la proposta del centrodestra era "più condivisibile". Guidare uno schieramento, a suo giudizio, "non significa imporre una bioetica di partito, ma orientare la legislazione accompagnando le grandi tendenze scientifiche". Rutelli, infine, ritiene che "chi guida il Pd ha anche un preciso compito: stroncare le interpretazioni secondo cui chi ha un'opinione diversa, sia al servizio di altre strategie, sono riflessi che non si sono ancora dispersi dai lontani tempi del Pci".