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“Un incontro produttivo” è stato definito da Serena Sorrentino, della segreteria nazionale Cgil, e da Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil, quello che si è tenuto ieri (28 dicembre) al ministero delle Politiche agricole sulle azioni di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura, alla presenza dei ministri Maurizio Martina, Andrea Orlando e Giuliano Poletti e del presidente dell'Inps Boeri.
“È importante – dichiarano Sorrentino e Crogi – che sia stato rimesso in piedi il tavolo e che si incardini in tempi rapidi il ddl presentato dal governo. Su questo testo, seppur con alcuni distinguo, c'è una sostanziale condivisione tra le parti. Ora è necessario accelerare affinché il disegno di legge abbia tempi brevi di approvazione così da essere pronti per le nuove campagne”. La Cgil e la Flai hanno evidenziato alcuni aspetti che dovrebbero essere inseriti, “a cominciare – spiegano le due sindacaliste – dal ruolo delle commissioni provinciali Cisoa (presso l'Inps), dove si dovrà attuare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, questione dirimente e centrale per il contrasto al caporalato".
Nella formulazione attuale, infatti, le convenzioni vengono attivate dalla cabina di regia che si avvarrà delle commissioni solo per quel che riguarda ‘le informazioni in possesso’ alle stesse, senza demandargli alcun ruolo. In tal modo si accentrerebbe tutta l’attività, mentre "la nostra proposta, così come approvata anche nel Collegato agricolo, era di demandare al territorio questa funzione e ruolo, perché è dal territorio che si può operare per un vero contrasto a forme di sfruttamento, intermediazione illecita e lavoro nero”.
Inoltre, sempre a giudizio della Cgil, manca un ulteriore requisito per le imprese che chiedono di iscriversi alla rete, cioè essere in regola con l’applicazione dei contratti. “Se si procederà su questa direzione – prosegue la nota – avremo uno strumento importante ed efficace per contrastare il caporalato ed il lavoro nero, colpendolo da più versanti e, attraverso la rete del lavoro agricolo di qualità, attaccandolo alla radice”.
Al tavolo sono stati posti temi concreti, come il coordinamento tra ciò che è previsto dal disegno di legge e l'esigenza di potenziare l'attività di vigilanza del nuovo ispettorato del lavoro in tema di congruità e rispetto degli orari di lavoro, così come previsto dai contratti collettivi, e con la necessaria modifica alle norme sul soggiorno per i lavoratori migranti che denunciano i caporali, così come l’idea di destinare una quota delle risorse a piani territoriali di servizi dedicati ai lavoratori agricoli: assistenza sanitaria, alloggi, trasporti.
“Per debellare la piaga del caporalato – conclude la nota – è necessaria una buona legge, ma non basta. Occorre un'altra cultura di impresa che metta la qualità del lavoro e del prodotto al centro delle politiche di settore affinché ci guadagnino tutti, a partire dal prodotto made in Italy. Adesso occorre che il Parlamento acceleri l'approvazione e che le reti del lavoro agricolo di qualità si attivino subito”.