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Il tribunale di Lecce ha sancito il diritto di una lavoratrice iscritta e assistita dalla Filcams Cgil a vedersi riconosciuta l’anzianità previdenziale per 52 settimane, comprensive quindi anche dei periodi di sospensione “involontaria” dal lavoro alle quali è costretta. Ne dà notizia il sindacato chiedendosi “quanti soldi dei cittadini dovranno ancora essere buttati prima che il governo e l’Inps si decidano a riconoscere un diritto che l’Europa, la Corte di giustizia europea e tutti i tribunali italiani hanno sancito”.
“Nonostante l’ennesima sconfitta – prosegue la Filcams –, l’Inps e il governo continuano a non dare seguito e a non rispettare gli impegni”. Il mancato adeguamento delle normative italiane alle direttive europee “provoca danni alle lavoratrici e lavoratori che si trovano nella condizione paradossale di dover lavorare 50 anni per maturarne 40 di anzianità pensionistica”, rileva il sindacato, sottolineando inoltre lo “spreco di denaro pubblico per il pagamento delle spese processuali delle cause che puntualmente l’Inps ha perso, sta perdendo e perderà. Per queste ragioni è necessario che il governo e l’Inps intervengano per sanare e sancire un diritto di tante lavoratrici e lavoratori”.
“Se non ci saranno gli interventi che richiediamo da troppo tempo, la Filcams continuerà a mettere in campo le iniziative di denuncia e contrasto e a intensificare le cause per vedere riconosciuto ad ogni lavoratrice e lavoratore il diritto dovuto”, conclude la nota del sindacato.