Un momento di confronto che vuole essere un contributo all’avvio del percorso che porterà al 18° Congresso della Cgil nel 2018: scelte organizzative da fare, processi partecipativi, nuova linfa per dare voce ai problemi di chi il sindacato rappresenta e ai ceti sociali più deboli.
La riflessione sul sindacato e sul suo futuro è stata al centro oggi a Pistoia della 22° Festa di LiberEtà dello Spi Cgil Toscana. Al Teatro Manzoni di Pistoia – davanti a 350 attivisti provenienti da tutta la regione – si sono confrontati, coordinati dalla segretaria generale dello Spi Cgil Toscana Daniela Cappelli, la segretaria generale Cgil Toscana Dalida Angelini e il segretario generale Spi Cgil nazionale Ivan Pedretti.
“Nei prossimi mesi dovremo avere la capacità di fare un grande lavoro di squadra, definire gli argomenti strategici su cui basare la discussione congressuale, garantendo come priorità l’interesse delle persone che rappresentiamo e definendo regole e partecipazione adeguati alle sfide che abbiamo di fronte” ha detto Daniela Cappelli. E dunque difendere il concetto di confederalità del sindacato e ricostruire il rapporto con gli iscritti (“Bisogna avere il coraggio di sfidare anche noi stessi e la nostra capacità di rappresentanza. Dobbiamo chiederci se le nostre politiche contrattuali sono adatte a ricostruire l'inclusione e la solidarietà oppure se ogni vertenza è destinata a riferirsi solo a se stessa, nel tentativo disperato di salvarsi. Dobbiamo rimettere in connessione la contrattazione sociale, i due livelli di contrattazione nel mondo del lavoro e il mondo più generale dei diritti, ripartire dal territorio”); affrontare un percorso di riforma del sistema di welfare tenendo conto delle trasformazioni e dei cambiamenti della società (“Una costante riduzione della protezione sociale crea divisione tra la gente, tra chi sta meglio e chi sta peggio. E se a questo aggiungiamo la spinta migratoria, i rischi di conflitti interni nelle società occidentali sono reali”).
“Bisogna provare a mettere in campo alcune trasformazioni del sindacato – ha detto Dalida Angelini. Qualche anno fa ci siamo detti che dovevamo provare ad affrontare la contrattazione inclusiva, e a oggi non abbiamo alcun tipo di intervento in questo senso. Perché noi lavoriamo a comparti, siamo abituati così. Per quanto riguarda la contrattazione, credo sia stato un errore l’avere trasformato un aumento salariale in welfare, perché così continuiamo ad aprire una divaricazione di non poco conto tra lavoratori, tra chi può e chi no. È una riflessione che dobbiamo cominciare a fare”.
“Bisogna avere nuova visione dei problemi sociali – ha detto infine Ivan Pedretti. Siamo di fronte a grandi mutamenti che bisogna provare a interpretare. La Cgil lo deve fare, così come storicamente ha fatto, già nel passaggio da società contadina a industriale. Il mondo del lavoro è completamente cambiato, non ci sono più le grandi imprese: il sindacato se non si trasforma non rappresenta nessuno. È difficile oggi incrociare le persone. Dobbiamo ridurre le categorie degli attivi, fare categorie più grandi, e bisogna sommare i contratti: fare un contratto unico confederale del lavoro, e poi i singoli contratti. Dobbiamo ribaltare il concetto”.
“Crediamo che il sindacato, ma soprattutto la Cgil, di cui lo Spi è parte integrante e fondamentale – ha concluso Cappelli – non può limitarsi ad avere nostalgia per le conquiste passate, ma deve costantemente rimettersi in discussione, e soprattutto non confinare il dibattito ai gruppi dirigenti, ma aprirlo ai rappresentanti nei luoghi di lavoro, nelle leghe e all’intero mondo di chi lavora e di chi il lavoro non ce l’ha e di chi ha concluso la sua esperienza lavorativa, ma continua ad avere una dimensione generale di cittadinanza”.
Al termine della tavola rotonda, sono stati premiati i diffusori di “LiberEtà”, la rivista editata dallo Spi Cgil nazionale e diffusa solo per abbonamento; nata da una intuizione di Giuseppe Di Vittorio, che volle dare vita a uno strumento di informazione per i pensionati, quest’anno spegne 60 candeline. La Festa è proseguita nel pomeriggio allo spazio “La Cattedrale” (area ex Breda) con la manifestazione pubblica conclusa dal segretario generale dello Spi Cgil nazionale Ivan Pedretti che ha visto la partecipazione di circa 1200 persone provenienti da tutta la Toscana.