"Le ipotesi di chiusura dell’Isfol, l'ente pubblico di ricerca vigilato dal ministero del Lavoro, rappresentano un ulteriore attacco alla ricerca pubblica". Lo afferma in una nota il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, parlando di una decisione "inaccettabile e incomprensibile se si considera la missione dell’ente, ossia lo studio delle politiche del lavoro, della formazione e dell’inclusione sociale".

Afferma poi il sindacalista: "Proprio ora che il governo vuole mettere in campo una riforma del mercato del lavoro ci chiediamo perché si vuole mettere a tacere la ricerca su questi argomenti. Ci chiediamo, poi, perché si invochi il dettato europeo per cancellare diritti e tutele sanciti dall'art.18 e non invece per valorizzare e rilanciare la ricerca pubblica con la missione di superare la precarietà, di migliorare il funzionamento del mercato del lavoro e di innalzare le competenze dei lavoratori".

In realtà, a suo giudizio, "gli unici obiettivi del governo sono cancellare l'autonomia dell'Isfol e proseguire con i tagli pesantissimi alla ricerca pubblica. Preoccupa anche la condizione del personale, di cui fanno parte 252 precari con contratti in scadenza, che rappresenta un patrimonio di conoscenza ed esperienza di cui il paese, soprattutto ora, ha grande bisogno".

"Chiediamo dunque - conclude la nota - il rilancio dell’Istituto, la tutela e la regolarizzazione per il personale a tempo determinato e la possibilità di mettere al servizio del paese le conoscenze in materia di politiche attive del lavoro che rappresentano un valore e un’opportunità e non una spesa improduttiva".