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"Concordo con molte delle considerazioni fatte da Di Nicola. È indubbio che, a fronte di una forte presenza su Internet delle strutture confederali e delle categorie, non vi sia un corrispettivo pieno utilizzo delle tante potenzialità democratiche offerte dalla rete. La comunicazione web, in molti casi, è addirittura ferma al primo stadio, la vetrina". Così esordisce Enrico Panini, segretario confederale della Cgil, che di questo tema ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.
Rassegna Quale dovrebbe essere, invece, l’orizzonte della comunicazione web nel sindacato?
Panini Considero l’uso di Internet e l’avvio di una vera comunicazione bidirezionale fondamentali per dialogare, ascoltare e aggregare una platea sterminata e disseminata in luoghi spesso diversi da quelli tradizionali di aggregazione sindacale, composta sia da giovani che da adulti. Anche se questi meccanismi di comunicazione virtuale non potranno (e non dovranno) mai sostituire la relazione diretta con gli iscritti, fra iscritti e la parola detta ed ascoltata, non ci sono dubbi che la direzione giusta sia questa. Ho scelto di farne un tratto distintivo del mio programma di lavoro.
Rassegna Per ora il quadro è solo contrassegnato da ritardi?
Panini Proprio perché il grosso delle affermazioni di Di Nicola è condiviso da molti di noi e da tempo, possiamo dire con certezza che in questi ultimi anni sono stati fatti passi avanti significativi, sia nella direzione di superamento del modello ‘sito vetrina’ sia nel passaggio a una reale dimensione dell’interattività. Alcuni esempi. Attraverso il nuovo portale della Cgil – che ha debuttato nel marzo 2009 – gestiamo un servizio di consulenza online: nei primi sei mesi del 2010 abbiamo ricevuto ben 10.037 richieste, evase all’80 per cento. Sempre sul portale c’è uno spazio di riflessione e interventi (iocgil) che riceve quotidianamente materiali, così come uno spazio di libero scambio è presente nell’intranet; è possibile preiscriversi online (oltre 3.000 preiscrizioni in un anno); sui social network, dove in pochi mesi abbiamo oltrepassato la soglia dei 20 mila iscritti, la nostra presenza è qualificata e diffusa e la discussione appassionata. Da alcune settimane, poi, ha aperto i “battenti” la nostra web tv che, superata la fase sperimentale di primo avvio, rappresenterà uno spazio importante per una modalità di comunicazione e scambio sempre più avanzata.
Rassegna Tutto bene allora?
Panini Nell’organizzazione ci sono esperienze fra loro molto diverse ed è vero che c’è tanto ritardo da recuperare. Ho visto crescere però in questi due anni un nucleo esteso di compagne e compagni convinti che occorra fare un salto in avanti. E ciò è fondamentale.
Rassegna Ci sono interazioni organizzative importanti in vista?
Panini Sì, ce ne sono e diverse. Penso alla possibilità di costruire piattaforme e documenti in modo diverso e ancora più partecipato di quello attuale. Oppure alla possibilità di seguire l’andamento di una trattativa interagendo con la delegazione. Oppure penso alla possibilità di esprimersi con un voto certificato in occasione della consultazione su un accordo o su una piattaforma. Ripeto, il rapporto diretto con i lavoratori è essenziale. Ma oggi, in un mondo che cambia, devono mutare anche le nostre modalità di comunicazione.
Rassegna La comunicazione su web cambia i contenuti e i linguaggi? Se sì, in che modo?
Panini Se Internet è una grande piazza, e premesso che linguaggio e contenuto sono un tutt’uno inscindibile, è evidente che la comunicazione sul web ha le sue regole, così come chi accede a quella comunicazione ha esigenze specifiche. Vorrei dire che esse contribuiscono a rendere più accessibile il linguaggio della contrattazione. La necessità di utilizzare uno spazio limitato come la pagina Internet o il fatto di rivolgersi a unpubblico indifferenziato (che spinge a prendere a riferimento i bisogni primari) possono rappresentare un’autentica rivoluzione dello stesso linguaggio. Non si banalizza nulla, si estende la platea di quanti governano i contenuti.
Rassegna Quali sono le ricadute politiche di questa rivoluzione nel mondo della comunicazione?
Panini Le ricadute sono enormi. Per quello che ho avuto modo di dire poco fa e perché la possibile platea degliutilizzatori si estende all’infinito, coinvolgendo anche un pubblico che spesso, erroneamente, si tende a escludere da questo sconfinato insieme: gli anziani. Basti pensare che tantissimi di loro, come dichiarato dall’Abi, utilizzano conti bancari online. Vale la pena segnalare come in Italia le politiche del governo ci costringano, in materia di accesso alla rete, a battere il passo, mentre altri paesi sono molto più avanti di noi. Al riguardo mi piace ricordare (in nome della coerenza fra le politiche e l’azione dell’organizzazione) la scelta di utilizzare le migliaia di sedi della Cgil sparse nel territorio come strumento straordinario per consentire, con il progetto ‘Cgil-wifi’, l’accesso gratuito a Internet a migliaia di cittadini che ne sono privi. L’impegno concreto contro l’apartheid digitale è, prima di tutto, una battaglia di democrazia.