La Fp Cgil Palermo ha tenuto un sit-in sotto la sede della Biblioteca centrale della Regione siciliana per protestare contro la pubblica fruizione negata del patrimonio dell'istituzione culturale di corso Vittorio Emanuele. La campagna della Cgil prosegue per riaccendere i riflettori su un “dramma” non risolto, determinato incidentalmente dall'incendio nell'androne della Biblioteca di cinque anni fa: parte consistente del patrimonio bibliografico non è consultabile da parte dell'utenza e giace in depositi dichiarati inagibili dai vigili del fuoco.
La Fp Cgil Palermo sollecita il presidente della Regione ad avviare un serio e risolutivo intervento pubblico “e a porre in essere le procedure tecnico-amministrative con le conseguenti coperture finanziarie”. “Come organizzazione sindacale e come cittadini – dichiara il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Palermo Giovanni Cammuca - mettiamo in mora l’amministrazione dei Beni culturali, in quanto responsabile del diniego alla consultazione di una significativa parte di patrimonio bibliografico e documentale. Si continuano a registrare, e non solo in ambito locale, richieste sistematicamente inevase che riguardano la consultazione di materiali di esclusivo possesso della Biblioteca Centrale. E questo sta mettendo non solo a disagio i dipendenti ma sta arrecando grave nocumento all’attività di studio”.
Nella pagina web della Biblioteca si comunica che “per inagibilità di parte dei magazzini, la distribuzione dei periodici e del materiale conservato a sala Antiqua, è sospesa a tempo indeterminato”. “Ricordiamo ai vertici amministrativi – aggiunge Cammuca - che non è buon segno l’autoassolvimento per mancanza diretta di responsabilità e che la segnalazione all'utenza, attraverso la pagina web, che vorrebbe essere un atto di trasparenza, è invece un atto di vergogna di tutti coloro che, ceto burocratico e ceto politico, negano la fruizione dei beni comuni, blindandoli”. Il sit-in si è svolto in occasione della presentazione del libro “L'Ora: edizione straordinaria” per rimarcare il fatto che quell’immenso patrimonio negato alla pubblica fruizione è costituito da fonti documentali che, come la raccolta dei Periodici dell'emeroteca e l'archivio del giornale “L’Ora” e delle foto, “rappresentano il groviglio della memoria collettiva della comunità”.