In stato di agitazione il personale dell’Amat di Palermo: per i 1.800 dipendenti sono in forse stipendi e tredicesima. Secondo i segretari di Filt Cgil, Uil Trasporti e Faisa Cisal di Palermo, Gateano Bonavia, Giuseppe Governale e Emanuele Giannilivigni, il piano di ristrutturazione aziendale concordato con il sindaco Leoluca Orlando a Villa Niscemi il 17 ottobre del 2013 “non è andato a buon fine”. In quell’incontro i sindacati avevano espresso fiducia nei confronti della proprietà dell’azienda e del consigli di amministrazione.

“Ma purtroppo più volte hanno provato a scoraggiare questa apertura di credito. Tutto ciò è stato probabilmente architettato da chi vuole sfiduciare il Consiglio e portare l’Azienda alla ingestibilità”, scrivono in una nota i sindacati, che puntano il dito su una gestione dell’azienda che continua a essere “deficitaria”, con sempre meno autobus in circolazione: 200 al giorno al posto dei 260 previsti.

I sindacati lamentano il ripetuto ricorso ad operazioni che esulano dalle corrette relazioni industriali, con atti aziendali che prevaricano e disattendono l’art.3 del contratto collettivo nazionale di lavoro, e col ricorso a spostamenti del personale senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. E puntano il dito sugli ultimi provvedimenti, come l’ordine di servizio n.161 del 5.12.2014, che ha riguardato movimenti organizzativi tra gli addetti all’esercizio.

“Qualche mese fa, il direttore di esercizio aveva sostenuto, appoggiato dal CdA e dal direttore generale, la necessità di abolire le distribuzioni di Roccazzo e Brancaccio, al fine di poter utilizzare più addetti nei vari nodi aziendali. L’ operazione si è subito mostrata deficitaria, perché ha generato disservizi di ogni genere, mortificando diritti sindacali ed esigenze del personale”.

Altra misura rivelatasi “inefficace e inutile” è stata secondo i sindacati l’utilizzo, poi cessato, di addetti all’Esercizio per la verifica dei biglietti. O l’utilizzazione per le stesse funzioni di otto addetti al Deposito, senza un atto di interpello fra i lavoratori. “Crediamo sia arrivato il momento che questo Consiglio di Amministrazione abbia finalmente un sussulto che lo porti ad agire nel solo interesse di tutta l’azienda senza seguire gli interessi di parte di questo o quel direttore”, dicono Cgil, Uil e Cisal.

I sindacati invitano inoltre il presidente dell’azienda, Antonio Gristina, rimasto solo ai vertici dopo le dimissioni del direttore Domenico Caminiti, ad “abbandonare lo stato di inerzia” e curare più da vicino gli interessi dell’Amat, che vanno dalla ricerca delle risorse economiche all’avvio del Global Service, procedimento essenziale per l’avvio del tram a Palermo e per la stipula del Contratto di Servizio con l’amministrazione comunale sia per l’Amat, sia per il Tram. Il malessere denunciato ha spinto i sindacati a chiedere ai componenti dei Cda di intervenire per imprimere quella marcia in più, Anche a costo di mettere in minoranza. “Ma siamo convinti che ciò non sia servito nemmeno a risolvere qualche problema aziendale e a intervenire in modo drastico nei confronti di qualche direttore di Divisione, che continua a remare contro tutto e tutti impunemente”. I sindacati chiedono adesso una convocazione dal parte del sindaco per discutere dello stato di sofferenza dell’azienda.