Due ore di sciopero alla fine di ogni turno di lavoro. C’è malumore tra i lavoratori del Cantiere Navale di Palermo, che  domani incrociano le braccia per due ore per protestare contro alcune decisioni prese dall’azienda, in contrasto con quanto concordato con le Rsu, e per sollecitare gli investimenti fermi. “Chiediamo la verifica degli accordi sottoscritti a gennaio 2014. Oltre all’orario flessibile dei sei giorni, l’azienda si era impegnata a far partire degli  investimenti sull’apparato industriale e a dare certezze sui carichi di lavoro – dichiara il segretario della Fiom Cgil di Palermo Francesco Piastra -  Per l’acquisto dei nuovi  mezzi per il centro assistenza e manutenzione erano stati stanziati 800 mila euro. Che fine hanno fatto?  Come Fiom abbiamo chiesto il rispetto integrale degli accordi del Cantiere navale,  che in alcuni casi sono stati specifici per Palermo. Ma non abbiamo avuto risposta. C’è anche un atteggiamento autoritario che respingiamo,  da parte del Cantiere Navale”.

Tra i fatti  contestati, c’è la decisione  di eliminare a partire da lunedì scorso il sacchetto viveri e di ripristinare per tutti il servizio mensa, da sempre oggetto di tante critiche per la qualità del cibo e la scarsa varietà della proposta. E non basta: i dipendenti protestano anche contro la decisione di non concedere il lavoro al primo turno nel giorno di pagamento degli stipendi, per consentire a tutti di andare  in banca senza ricorrere a ferie o  permessi “che incidono pesantemente nell’organizzazione di lavoro”.  “Non sono capricci dei lavoratori. L’azienda dimentica che per noi dipendenti si tratta di necessità.  Nelle ultime settimane al Cantiere Navale di Palermo  sembra essere calato una sorta di regime, sembra che la direzione voglia perseguitare i lavoratori”, scrivono in una nota Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, che denunciano un clima pesante, l’assenza di spirito corporativo, e disorganizzazioni che compromettono l’efficienza e la sicurezza del lavoro in azienda oltre all’”abuso di non concedere le ferie”.

Per quanto riguarda la ristorazione, era in discussione la proposta alternativa di un buono mensa. “Invece Fincantieri ha inviato una mail a tutti dicendo che da lunedì l’unica possibilità sarebbe stata la mensa aziendale, dimenticando che avevamo concordate di mantenere il pranzo a sacco, gradito a tutti e comodo per l’asporto”, raccontano i  lavoratori, che  fino a ieri potevano scegliere se consumare il pasto classico in mensa, con un primo e un secondo e la frutta,  o in alternativa optare per il sacchetto viveri, sempre lo stesso dagli anni 80, con due  panini,  due Cola Cola,  due scatolette di tonno e due di Simmenthal.  I lavoratori lamentano inoltre che il  cantiere di Palermo è l’unico in Italia a non avere un Cral: la sede del dopo lavoro di via dei Cantieri è stata chiusa 8 anni fa e mai più a riaperto. I locali si trovano in stato di totale abbandono: i sindacati chiedono di ripristinare la vecchia sede o l’ex mensa di Fincantieri vicino al campo di calcio.  Inoltre, resta da  realizzare il  parcheggio per le moto, ancora incompiuto, e un parcheggio interno per le bici “per consentire agli operai di andare al lavoro in bici ed evitare i furti delle bici stesse”.