L’assemblea di tutti i lavoratori del Teatro Massimo ha deliberato all’unanimità la “sfiducia” al sovrintendente Antonio Cognata e a tutto il management del teatro. “Chiediamo all’amministrazione del teatro di andare via. Il loro tempo è scaduto", dicono i segretari provinciali dello spettacolo di Cgil, Cisl Uil e Fials Maurizio Rosso, Michele De Luca, Peppino Tumminia e Paolo Cutolo.
“Il risanamento tanto sbandierato dai vertici del teatro è stato fatto dai lavoratori, con il taglio di 150 dipendenti in sette anni, con l’azzeramento degli straordinari, con i concerti promozionali in teatro, con l’annientamento di diversi settori, come il corpo di ballo, rimasto con sei ballerini sui 30 previsti in organico – elenca il segretario della Slc-Cgil di Palermo Maurizio Rosso –. La sartoria, il laboratorio di sceneggiatura di Brancaccio, macchinisti, attrezzisti e addetti alle luci sono stati ridotti al lumicino. In più abbiamo perso la stagione estiva al Teatro di Verdura, che durava 45 giorni. Quest’estate alla stagione organizzata all’ultimo momento dal Comune, il Teatro Massimo è stato l’unico a non avere dato la sua disponibilità. Alla luce di tutto questo, e del fatto che abbiamo un direttore artistico che a Palermo si vede poco, e che il direttore di ballo, Luciano Cannito, coreografo di Amici, viene in teatro quando è libero dagli altri suoi impegni, peraltro prendendo un compenso di 80 mila euro per lavorare con sei ballerini, abbiamo chiesto ai vertici del teatro di lasciare libero il campo e di andare a casa. La decisione è stata presa senza neanche un voto contrario”.
Palermo, i lavoratori del Massimo sfiduciano i vertici del teatro
25 settembre 2012 • 00:00