“Sì alla legge sui reati ambientali, no alla soppressione del Corpo forestale dello Stato che dovrebbe farla rispettare”. È quanto affermano, in una nota congiunta, Fp Cgil Cfs (Salvatore Chiaramonte), Fns Cisl (Pompeo Mannone), Uil Pa Dirfor (Massimiliano Violante), Ugl (Danilo Scipio) e Snf (Andrea Laganà), in merito a quanto previsto dal disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione, con particolare riferimento all’articolo 7 del provvedimento, annunciando che “per la salvaguardia delle funzioni strategiche del Corpo forestale, dichiariamo lo stato di agitazione del personale su tutto il territorio nazionale, senza escludere a priori la possibilità di ricorrere allo sciopero generale dei lavoratori del settore”. 

“Pur condividendo l'intento del Governo – proseguono le organizzazioni del pubblico impiego –, finalizzato a superare le sovrapposizioni e duplicazioni funzionali tra i vari Corpi di Polizia e, in quest’ambito, riorganizzare il Corpo forestale dello Stato (Cfs), attribuendogli esclusivamente i compiti di polizia ambientale e agroalimentare, riteniamo che l’indicazione con la quale si prevede 'l’eventuale accorpamento in un altro corpo di polizia', non consenta di garantire al Paese le funzioni strategiche di contrasto ai crimini ambientali, agroalimentari e alle ecomafie”.

"In realtà – si legge ancora nel comunicato –, 'il progetto 'riformatore', annunciato dal Governo e dal ministro Madia, si riduce, di fatto, a un mero assorbimento del Cfs in altro corpo di Polizia, che, invece di migliorare il sistema complessivo di sicurezza del Paese, lo depotenzia, senza ottenere alcun significativo risultato per la collettività, sia sotto l'aspetto funzionale che economico”.

A tale riguardo, continuano le sigle, “basterebbe ascoltare il nostro parere: chiediamo da tempo di procedere ad una riorganizzazione complessiva della struttura del Cfs che consenta di espletare i compiti di polizia ambientale e agroalimentare, ottimizzando risorse umane e finanziarie fino ad oggi per lo più distratte dall'attuale dirigenza del Corpo per svolgere altri compiti ed attività assicurate anche da altre forze di polizia”.

“Tale condizione – precisano i sindacati – testimonia anche l’assenza di proficue relazioni sindacali nell'amministrazione del Cfs, la violazione delle regole contrattuali, iniziative unilaterali e autoreferenziali, poste in essere dal vertice del Corpo forestale dello Stato, non in linea con le stesse direttive del Governo, nonché la mancata vigilanza politica del ministro del Mipaaf sul delicato settore, considerato che, soprattutto in tale circostanza, avrebbe potuto e dovuto esercitare con ben altra attenzione il ruolo di garanzia dell’Istituzione rappresentata”.

Infine, conclude la nota dei sindacale, “per l’insieme di tutte queste ragioni e la salvaguardia delle funzioni strategiche e di contrasto alla criminalità ambientale, attualmente garantite dal Cfs al Paese, e anche sulla scorta del sostegno manifestato dai cittadini, oltrechè dalle varie componenti dell'associazionismo ambientale e produttivo, stante l’attuale grave indefinizione del progetto governativo, dichiariamo lo stato di agitazione del personale su tutto il territorio nazionale, senza escludere a priori la possibilità di ricorrere allo sciopero generale dei lavoratori del settore”.