Dopo l'Anci (l'associazione dei comuni italiani), anche l'Upi (Unione Province Italiane) si è conformata alla controriforma Brunetta, sottoscrivendo un protocollo per “Valorizzare la produttività del lavoro pubblico, l'efficienza e la trasparenza delle Province”. Lo rende noto il segretario generale della Fp Cgil, Carlo Podda.

“Un atto di allineamento non dovuto, ed oltretutto sbagliato – secondo il leader -. La sciagurata controriforma Brunetta, la legge 15, nei fatti non coinvolgerebbe gli enti locali. I Comuni e le Province, invece di collaborare assieme a Cgil, Cisl e Uil, che unitariamente hanno chiesto al governo, alle autonomie locali ed alle regioni, di aprire un tavolo che partendo dal rinnovo contrattuale riformi la pubblica amministrazione attraverso un processo partecipativo che coinvolga cittadini e imprese, hanno preferito seguire l'ondata populista”.

“Un fatto che constatiamo con rammarico – prosegue il sindacalista -, ma che non comporta la nostra rassegnazione. La legge 15 può e deve essere modificata nella sua attuazione, contrastata nei suoi tratti più involutivi. Chissà se all'Upi pensano con questo di ingraziarsi un Ministro che fino ad una settimana fa li avrebbe liquidati. Restiamo convinti che l'unica strada per attuare una riforma che influisca realmente sulla qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese, sia quella di mettere in campo un progetto che coinvolga tutti”.

“Se le province italiane pensano che la sola strada per la riforma sia la rassegnazione alla sconfitta, perché accettare questa riforma vuol dire questo, proclamare il proprio fallimento e accettare una legge che mortifica la democrazia e riduce tutto a formule semplicistiche e francamente improduttive, lo ripeto, ne prendiamo atto. Continueremo a contestare e combattere questa riforma, a contrastarne l'applicazione – conclude -. Al governo, che finora non ha dato alcuna risposta, chiediamo per l'ultima volta di convocare i sindacati per discutere dei contratti dei lavoratori pubblici. Il tempo dell'attesa è finito, i lavoratori sono stanchi di essere presi in giro e maltrattati”.