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Via libera europeo oggi (12 settembre) alla procedura che impone sanzioni al premier ungherese Viktor Orban per la gestione dei migranti. “L'Europa è un concetto un po' generico, ma il Parlamento europeo, che è l'unico organo della dell'Unione eletto dai cittadini, ha battuto un segno nella direzione giusta”, ha spiegato Fausto Durante, responsabile delle politiche europee e internazionali della Cgil ai microfoni di RadioArticolo1.
“Il Parlamento si è riappropriato di una propria potestà - ha continuato -, che è quella attivare una procedura al Consiglio, ossia ai capi di stato e di governo dei paesi membri, finalizzata ad adottare sanzioni nei confronti di un Paese che si comporta in maniera difforme ai principi europei. Quindi dal punto di vista della democrazia rappresentativa, questo è un buon segnale. Un passo nella direzione giusta”.
Ci sono state, però, molte occasioni in passato in cui l'opinione maggioritaria del Parlamento è stata poi trascurata o non adeguatamente presa in considerazione dalla Commissione e dal Consiglio. “Spero che questa volta accada il contrario - ha commentato Durante -, perché il tema su cui ha preso posizione oggi il Parlamento è un di quei temi che chiamano in causa il Dna stesso dell'Europa, cioè l'insieme dei valori e dei principii che compongono i motivi per i quali abbiamo costruito l'Unione”. Serve quindi “una presa di posizione netta rispetto alla vergogna del comportamento dell'Ungheria sul tema dei migranti e all'arroganza che ha dimostrato Orban davanti all'aula di Strasburgo”. L'Ungheria, insomma “merita una sanzione” e Durante spera che il Consiglio “decida in questa direzione”.
L'approvazione della risoluzione presentata da Judith Sargentini porta all'attivazione della procedura dell'articolo 7 del Trattato in caso di violazione dei diritti fondamentali come democrazia, Stato di diritto e diritti umani. Una procedura molto lunga e mai applicata in passato, che potrebbe portare fino alla sospensione del diritto di voto. “Prima che questo accada - ha affermato il responsabile delle politiche europee della Cgil - l'auspicio è che il governo ungherese riveda le sue posizioni, perché sono in contrasto con i valori dell'Unione”. Orban, per Durante, “non può esser ipocrita” e sfruttare tutti i vantaggi di far parte della comunità europea, senza assumersi gli oneri e i doveri che questa partecipazione comporta. “Non è possibile - ha detto - approfittare solo degli aspetti economici positivi, come i finanziamenti e le facilitazioni che ogni anno l'Unione indirizza verso lUngheria, e contemporaneamente, quando si è chiamati a rispettare gli obblighi di stato membro per quanto riguarda indipendenza della magistratura, libertà di stampa, di associazione sindacale e di contrattazione collettiva, andare contro lo spirito del modello europeo”.
Orban deve quindi scegliere: “Stare in Europa, accettando l'insieme dei suoi valori, o uscirne”. “I suoi proclami, come quelli Salvini, che è il suo più fedele alleato in Italia - ha concluso Durante -, non sono compatibili con lo spirito, la missione e il futuro dell'Unione europea. L'auspicio è che il popolo e i partiti ungheresi si rendano conto che si stanno incamminando su una strada che li può portare fuori dai valori comuni dell'Europa”.