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“I numeri sono confusi e non descrivono la realtà”. Questo il commento del segretario generale Fp Cgil Rossana Dettori ai dati diffusi dal ministero della Pubblica amministrazione sull’operazione mobilità: i posti liberi sarebbero 5 mila, in gran parte corrispondenti a uffici ministeriali. A dimostrare la confusione imperante, riprende l’esponente sindacale, è “il fatto che gli esuberi sono collocati prevalentemente nelle regioni meridionali, mentre i posti disponibili sono dal centro Italia in su. Nel frattempo, per i lavoratori in capo alle Province si prospetta una situazione senza risorse e con servizi al collasso”.
Il processo di mobilità fa dunque “un ulteriore passo avanti”, spiega il governo, pubblicando una prima mappa dei possibili trasferimenti, che riguardano il 52 per cento delle amministrazioni. Secondo il ministero della Pubblica amministrazione, i posti vacanti sono 5.116, a fronte di 3.500 soprannumerari (nel dettaglio: 3.205 posti vacanti per 1.644 lavoratori delle ex Province e 1.911 per 1.869 dipendenti della Croce Rossa Italiana). Si intravede però, come giustamente rimarca il sindacato, il problema delle sedi territoriali: i due terzi dei posti liberi sono infatti nel Lazio, mentre gli esuberi sono piuttosto sparpagliati. Riguardo i profili professionali, la maggioranza delle posizioni disponibili si ritrova nel comparto presidenza del Consiglio-ministeri.
I trasferimenti dei lavoratori in esubero delle Province e della Croce Rossa sembrano così già tracciati. Per quanto riguarda quest’ultima, per Dettori “va garantita la certezza che i dipendenti possano andare effettivamente in mobilità verso altri enti, basta citare il caso dei 600 autisti sui quali non c’è chiarezza sulla modalità di transito nel servizio sanitario”. Invece, aggiunge, la vicenda dei “dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, con i lavoratori bloccati mentre tentavano di raggiungere il premier Renzi a Mormanno, è la dimostrazione plastica di questa distanza”.
Il governo, conclude il segretario generale Fp Cgil, “si nasconde dietro i numeri, mentre la realtà, le lavoratrici e i lavoratori in carne e ossa, con i loro disagi e l’impossibilità di erogare servizi, vengono bloccati e censurati”. Da qui la richiesta, avanzata da Rossana Dettori, di “aprire un tavolo che affronti concretamente i problemi che stanno emergendo, dalle Province alla Croce Rossa, nel corso di questo processo di riordino”.