Ieri sera un operaio di 32 anni che soffriva di depressione è stato trovato impiccato nella sua casa di Castel San Pietro (Bologna). Il giovane era dipendente della Chloride di Poggio Piccolo di Castel Guelfo che qualche mese fa, così riferisce la Fiom Cgil, gli aveva annunciato che avrebbe dovuto cercarsi un altro lavoro dal primo luglio, facendo pressioni e convocandolo spesso. È quanto avrebbe detto la vittima a Stefano Pedini, della segreteria della Fiom Imola.
Proprio ieri pomeriggio, dice ancora la Fiom, in un incontro dei sindacati con l'azienda la situazione sembrava destinata a sbloccarsi. Perciò alla fine una delegata Rsu l'aveva chiamato per riferirgli l'esito del confronto, ma il cellulare era staccato. Pedini conosceva da tempo il giovane, che era assunto da 7-8 anni nell'azienda elettronica con un contratto a tempo indeterminato ed era iscritto alla Cgil. Lavorava come collaudatore e proprio in quel reparto, che occupa 18 operai, erano previsti sei esuberi.
“So che sei lavoratori erano stati contattati singolarmente dall'azienda qualche mese fa - ha ricostruito Pedini all’Ansa - per annunciare loro il ridimensionamento del reparto, dato che la produzione veniva spostata in Cina”. Decisione che, dice Pedini, è stata comunicata solo in un secondo momento ai sindacati che poi hanno avviato confronti, assemblee con i lavoratori e proclamato, lunedì scorso, uno sciopero.
Ma mentre a quattro collaudatori era stato proposto di passare ad altre mansioni in altre sedi italiane del gruppo, per due era previsto il licenziamento. Uno di loro era il suicida. “Mi ha chiamato un mese e mezzo fa e mi ha detto che stava subendo delle pressioni dall'azienda, che lo chiamava continuamente perché andasse via. Era preoccupato”, ha concluso il sindacalista.
Operaio 32enne suicida a Imola, rischiava licenziamento
24 luglio 2009 • 00:00