Convocare subito un tavolo di confronto per salvare la stagione estiva a Caracalla e il futuro del teatro dell'Opera di Roma. A chiederlo sono le segreterie regionali di Slc Cgil e Fials Cisal, precisando che “se il sovrintendente Carlo Fuortes avesse voluto e volesse evitare gli scioperi in atto avrebbe potuto e potrebbe, semplicemente, presentare alle organizzazioni sindacali il piano industriale di risanamento voluto e previsto dalla legge 112/2013 (legge Valore Cultura), per dare modo ai sindacati di condividerne il contenuto e poter esercitare così la loro funzione, come la legge prevede. Altri amministratori dei teatri d’opera italiani lo hanno già fatto, siglando accordi largamente condivisi dai rappresentanti dei lavoratori".

Secondo Slc Cgil e Fials Cisal del Lazio “Fuortes preferisce sottrarsi al contraddittorio, forse perché teme possa essere portato alla luce un disegno destrutturante e il vuoto gestionale del teatro. Sceglie quindi di continuare il braccio di ferro col sindacato, offendendo tutti e mandando in scena uno spettacolo mortificato, a detrimento della dignità del teatro stesso e dei suoi dipendenti, e non rispettoso nei confronti del pubblico. Il solo aspetto finora conosciuto del piano industriale, colpevolmente occultato dal sovrintendente, è quello di essere del tutto sbilanciato sui tagli del personale a discapito della qualità produttiva. Di fatto, esso non elimina i veri sprechi ma svuota gli organici funzionali destrutturando e ridimensionando il teatro della Capitale fino a rischiare di declassarlo a teatro di provincia”.

Per assicurarsi il consenso, continua la nota sindacale, “Fuortes non esita a ricorrere a mezzi illegittimi,
sottraendosi all’obbligo di fornire i dati ufficiali alle organizzazioni sindacali e inondando i media di colossali bugie; asserendo, ad esempio, che al teatro dell’Opera di Roma la stragrande maggioranza dei lavoratori iscritti al sindacato appartiene ad altre sigle, quando, invece, Slc Cgil e Fials Cisal rappresentano circa il 50 per cento dei dipendenti, oltre a essere, inequivocabilmente e in maniera schiacciante, i sindacati maggiormente rappresentativi del settore a livello nazionale. Fuortes da mesi si guadagna il consenso dei sindacati amici attraverso favori personali, con promozioni anche al di fuori della normativa contrattuale e senza le regolari selezioni, celando, sembrerebbe, i documenti sindacali ai membri del consiglio di amministrazione e impedendo anche incontri informali con gli stessi. In tal modo il Cda risulta informato solo in modo unilaterale”.