Netta presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil sulla normativa Opa e, di converso, la vicenda Telecom. Le tre confederazioni “ritengono improcrastinabile che il Parlamento assuma l’iniziativa per promulgare una normativa che, sulla base di quanto definito dall’ordine del giorno Mucchetti-Matteoli approvato a larghissima maggioranza dal Senato, modifichi la legislazione vigente e introduca elementi che permettano di verificare il controllo di fatto delle società quotate, ovvero introduca la nuova normativa Opa”.
“La legislazione italiana sull’acquisto delle aziende quotate in Borsa – affermano le confederazioni – prevede che debba scattare un’offerta pubblica di acquisto (Opa) solo nel caso in cui l’acquirente intenda acquisire più del 30% del capitale sociale. In Telecom Italia questo ha consentito ai quattro soci di Telco, detentori di una quota di controllo pari al 22% del capitale sociale, di determinare il controllo di fatto dell’azienda”.
“L’accordo stipulato in data 24 settembre tra i soci Telco farà sì che il controllo di fatto di Telecom Italia, azienda che sul mercato vale decine di miliardi, finisca nelle mani di Telefonica con un investimento di soli 800 milioni di euro, togliendo ogni diritto alla maggioranza dei soci”.
“In queste ore le decisioni assunte dall’antitrust brasiliano aprono uno scenario complicato per il futuro di Telecom Italia – proseguono Cgil, Cisl e Uil –. Ciò comporta il rischio di avere una forte accelerazione su decisioni che ne potrebbero compromettere gli assetti determinando le condizioni per il depauperamento dell’azienda”.
“È evidente che tale normativa debba essere modificata – concludono –. Per questo è importante che il Parlamento approvi in tempi rapidi norme che diano trasparenza e certezza nelle proprietà delle società quotate. A questo scopo è importante che anche il governo, a cominciare dal presidente del consiglio, faccia valere il suo peso e la sua determinazione”.
Opa e Telecom: Cgil Cisl Uil, cambiare la normativa
"L'ordine del giorno Mucchetti-Matteoli è la base da cui partire per cambiare le regole. Fare presto"
6 dicembre 2013 • 00:00