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Circa 842mila donne italiane hanno subito ricatti sessuali sul lavoro nel corso della propria vita. Il dato è stato diffuso oggi (27 novembre) dalla ricercatrice Istat Linda Laura Sabatini nel corso di un convegno organizzato da Cgil, Cisl e Uil insieme all'Ilo, l'organizzazione internazionale del lavoro, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si è celebrata domenica scorsa.
Nel nostro paese, ha riferito Sabatini, circa 488mila donne hanno subito una richiesta di disponibilità sessuale, mentre 247mila hanno avuto un ricatto sessuale esplicito all'assunzione. Per 234mila donne, secondo i dati del 2009, il ricatto è stato subito 'per mantenere il posto di lavoro e fare carriera'. La maggioranza delle donne ha cambiato lavoro volontariamente (il 57,2%), "ma bisognerebbe domandarsi - ha detto la ricercatrice - che cosa è successo negli anni della crisi'.
L'Istat sottolinea che il rischio di molestie sessuali ha riguardato nel complesso 1 milione 224mila donne, l'8,5% delle donne tra i 14 e i 65 anni. Per queste persone il luogo di lavoro ha rappresentato e rappresenta un rischio rispetto alla possibilità di subire reati sessuali.
Secondo i dati dell'istituto la molestia riguarda tutte le donne, ma in particolare colpisce quelle tra i 35 e i 54 anni con una maggiore frequenza per le donne che vivono da sole e le diplomate e le laureate. Sono colpite soprattutto coloro che lavorano nei trasporti, nelle comunicazioni e nella pubblica amministrazioni e le residenti nei centri medio-piccoli.