“Combattere l'antipolitica con la partecipazione popolare e con il riformismo sociale”. È questa la ricetta anticrisi secondo Andrea Olivero, intervistato da L’Unità alla fine del 24° congresso delle Acli, di cui è stato riconfermato presidente. “Di fronte alle difficoltà della crisi non bisogna cedere alla paura o pensare di affrontare da soli i problemi, ma mettersi insieme per risolverli politicamente. La solitudine e la disperazione costituiscono il vero nodo dell'antipolitica”.

“I nostri interlocutori – dice ancora Olivero – sono le organizzazioni del mondo cattolico, ma anche tutto il Terzo settore e i sindacati. Ci siamo confrontati con Cisl e Cgil e dalla prossima settimana saremo pronti avanzando proposte precise a partire da un piano per l'occupazione giovanile”. E sulla tecnocrazia, il presidente delle Acli è chiaro: “Noi chiediamo il ritorno alla politica e che la tecnocrazia torni al suo ruolo di supporto della decisione politica, fornendo il suo apporto di serietà e rigore per rafforzare la politica. Non si può ragionare solo in funzione di una riduzione dei costi. Il welfare va riformato, ma i tagli non sono la sua riforma, serve equità. Ci si attende dalla politica un nuovo modello di sviluppo, senza il quale è difficile far digerire ai cittadini i sacrifici che stanno affrontando. Le Acli propongono un riformismo sociale attento agli ultimi”.