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Oggi come 111 anni fa, il 21 settembre del 1904 terminò il primo sciopero generale d'Italia e anche d'Europa. Fu indetto dalla Camera del Lavoro di Milano su proposta del partito socialista di Turati e Labriola come protesta eccezionale contro gli eccidi dei lavoratori durante manifestazioni e scioperi.
Decine di cittadini e lavoratori (minatori, braccianti, operai) che chiedevano paghe decenti e condizioni di lavoro migliori vennero uccisi dalle fucilate delle forze dell'ordine. Nel 1904, il 16 maggio in Puglia a Cerignola, durante lo svolgimento di una dimostrazione popolare ci furono tre morti e quattordici feriti; il 4 settembre in Sardegna, a Buggerru, l'esercito sparò sui minatori che chiedevano miglioramenti dell'orario, uccidendo quattro manifestanti e ferendone undici.
L'11 settembre la Camera del lavoro di Milano approvò una mozione per lo sciopero generale da organizzare in tutta Italia entro otto giorni per protestare contro la violenza esercitata dalle forze dell’ordine in occasione degli avvenimenti appena descritti. Il 14 settembre in Sicilia, a Castelluzzo, ai contadini che protestavano contro lo scioglimento di una riunione locale e l’arresto del dirigente di una cooperativa agricola, i carabinieri opposero il fuoco dei fucili lasciando sul terreno due morti e dieci feriti.
Il 15 settembre in tutta Italia, alla notizia dell’ennesima strage, l'indignazione raggiunge livelli altissimi. Tutte le riunioni di chiarimento tra la direzione del partito socialista e i dirigenti del sindacato milanese programmate furono annullate e la Camera del Lavoro di Milano proclamò lo sciopero. Dalla mattinata del giorno successivo, lo sciopero generale cominciò ad attuarsi con larga partecipazione a Milano e a Genova e via via a Parma, Torino, Bologna, Livorno, Roma.
Nei giorni seguenti la mobilitazione coinvolse Bari, Napoli, Palermo, Catanzaro, Brescia, Biella, Venezia e Perugia e si estese anche nelle campagne. La protesta terminò il 21 settembre, dopo l'assunzione di impegno da parte di un gruppo di parlamentari socialisti a presentare in Parlamento una proposta di legge per vietare l'uso delle armi alle forze dell'ordine durante gli scioperi.
Sembra giusto e opportuno ricordare oggi quello sciopero generale, dopo i troppi commenti letti in questi giorni sui social media, ma anche sui siti di informazione, a proposito dell'assemblea al Colosseo. Commenti sommari e tranchant, spesso scritti senza sapere di cosa si stava davvero parlando - basti pensare al "reato" evocato dal sottosegretario Barracciu -, che hanno dato addosso ai lavoratori in assemblea perché non pagati dal novembre 2014. Perché non si scordi mai la storia. Anche se non la si è studiata.