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#ObiettivoAssunzione: questa la parola d’ordine delle migliaia di diplomati magistrali e laureati in Scienze della formazione primaria che oggi (giovedì 15 febbraio) scendono in piazza in tutta Italia. Una protesta indetta da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua, che prende le mosse dalla sentenza 11 del 20 dicembre 2017 con cui il Consiglio di Stato ha disposto la cancellazione dalle graduatorie a esaurimento di oltre 50 mila diplomati magistrali. Una sentenza su cui la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha richiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, che dovrebbe arrivare per fine marzo.
La Flc Cgil chiede l’apertura immediata “di un tavolo di confronto per definire una soluzione politica che coinvolga diplomati magistrali e laureati in Scienze della formazione primaria e consenta l’accesso all’assunzione a tempo indeterminato”. Il sindacato sollecita anche “investimenti per il ripristino del tempo scuola e l’introduzione del potenziamento sulla scuola dell’infanzia” e reclama “l’abolizione del comma 131 della legge 107/2015, che umilia i lavoratori e penalizza chi supera i 36 mesi di servizio nella scuola”.
L’effetto della sentenza dovrebbe farsi sentire il prossimo anno scolastico, provocando l’annullamento delle nomine in ruolo disposte a suo tempo con riserva (sono 6.619 i contratti a tempo indeterminato e oltre 23 mila qulli a tempo determinato) e la retrocessione in seconda fascia d’istituto dei diplomati cancellati dalle graduatorie a esaurimento. "Da anni - conclude la Flc - questi lavoratori fanno funzionare le nostre scuole e formano i nostri bambini. È inammissibile che migliaia di precari, che legittimamente ambiscono all’assunzione in ruolo, diventino preda di promesse elettorali dall’esito incerto e che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri. Vogliamo una soluzione politica che coinvolga tutti gli insegnanti abilitati diplomati o laureati, fino al personale Ata, che lavorano nella scuola”.