“Barack ‘l'europeo’ alla ricerca della sponda italiana”. È il titolo dell’interessante commento di Paolo Soldini su L’Unità al viaggio del nostro presidente del Consiglio negli Usa e all’accoglienza ricevuta alla Casa Bianca.
“Obama è, forse dopo Franklin Delano Roosevelt, il presidente Usa più vicino all'idea europea del potere – scrive Soldini –. C'è un che di paradossale nel fatto che oggi come oggi le parti tradizionali sia siano, all'interno del mondo occidentale, quasi invertite: 'gli ayatollah del neoliberismo' (così Delors sulla signora Thatcher) prosperano molto di più da questa parte dell'Atlantico che dall'altra".
È paradossale anche il fatto che Obama sia stato, a lungo, privo di sponda proprio in Europa. Non è stato un interlocutore il governo conservatore britannico, non lo è stato il governo francese, e soprattutto non lo è stato il governo tedesco. Ma c'è un quarto interlocutore che è mancato, e molto, all'attuale presidente Usa: tre anni di governo Berlusconi in Italia sono stati, sotto questo profilo, davvero disastrosi. “Il calore con cui in queste ore viene accolto Monti è anche il segno di una ritrovata certezza. Anche per quanto riguarda la crisi dell'euro, ora Roma e Washington possono farsi da sponda”.
Obama, Monti e la crisi dell’euro
10 febbraio 2012 • 00:00