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È stato firmato oggi, 19 dicembre, l’accordo tra Abi e sindacati per il nuovo contratto nazionale dei bancari. Sono circa 282 mila i lavoratori coinvolti dall’intesa, che sarà valida fino al 31 dicembre 2022. L’aumento a regime è di 190 euro e si articolerà in tre tranche: la prima, da 80 euro, a gennaio prossimo; la seconda da 70 euro a gennaio 2021 e la terza, da 40 euro, a dicembre 2022. Sono stati inoltre sviluppati e migliorati molti aspetti relativi alla conciliazione dei tempi vita lavoro.
Giunge così a conclusione in modo unitario un percorso iniziato lo scorso febbraio. “Tutti i contenuti sono raccolti sotto l’egida di una parola antica, ma mai sfiorita: l’uguaglianza: dall’allargamento dell’area contrattuale alla formulazione del nuovo diritto alla disconnessione, fino alla richiesta di abbattimento del salario d’ingresso per i neoassunti”. A dirlo è il segretario generale della Fisac Giuseppe Calcagni. “Abbiamo costruito un apparato di diritti e tutele che siano uguali per tutti, e che consentiranno a tutti, giovani e non, anche di potersi opporre a pressioni commerciali indebite”.
“La firma di questo ccnl – aggiunge il dirigente sindacale – sancisce anche lo scardinamento delle nostre divisioni, spesso personalistiche, e la rinnovata volontà di tornare uniti a marciare sotto la bandiera di una rinnovata battaglia di giustizia sociale al fianco delle giovani generazioni, per ricostituire un quadro migliore in termini di diritti, tutele e soprattutto, per proseguire una nuova e grande stagione di rivendicazione salariale a restituzione della dignità e del giusto valore al lavoro nel segno del ruolo che il lavoro ha nel patto sociale di vita e realizzazione delle persone”.
Il nuovo contratto si declina sui tre assi portanti: salari, diritti e tutele. Rispetto alla rivendicazione economica, “abbiamo posto un freno alla svalutazione del lavoro degli ultimi vent’anni. Il salario per noi non è mai stato inteso come paga oraria, ma come elemento di dignità del lavoro e di chi lavora”. Per quanto riguarda i diritti, “oltre ad estendere l’area contrattuale alle lavorazioni di Npl e Utp, abbiamo conquistato il superamento a carico delle aziende della penalizzazione salariale del 10% per i neoassunti e la riduzione a 18 mesi per la parificazione degli apprendisti”. Infine, sul capitolo delle tutele, “sono stati ampliati gli elementi a difesa dei lavoratori sempre più coinvolti in procedimenti di rilievo disciplinare”.