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“Con la reintroduzione dei voucher c'è stato un accanimento contro i lavoratori agricoli rappresentato dalla circolare Inps n.107 del 5 luglio 2017 che rende applicabile la nuova legge sulle prestazioni di lavoro occasionale. Qualche esempio? La tariffa oraria media per raccolta di frutta e ortaggi in Emilia Romagna è oggi mediamente pari a 8,13 euro l'ora, l’Inps la fissa a 6,52; per un operaio qualificato la contrattazione prevede 12,03 euro l'ora, ora abbassati a 6,94; per un lavoratore specializzato si passa da 13,66 euro al 7,57”. Lo afferma il segretario generale della Flai Cgil Emilia Romagna, Umberto Franciosi.
“L'istituto nazionale – osserva il sindacalista – sembra non conoscere come viene definita la retribuzione degli agricoli, composta in parte dalla retribuzione prevista dal contratto nazionale (che disciplina il primo biennio di vigenza contrattuale) e in parte dalla contrattazione provinciale (che disciplina il secondo biennio di vigenza contrattuale). Gli importi indicati dall’Inps, oltre ad essere inferiori ai 9 euro l'ora della prestazione occasionale, sono inferiori anche ai valori minimi previsti dai contratti provinciali applicati in Emilia Romagna”.
Franciosi ricorda che il lavoro stagionale in agricoltura ha già i suoi strumenti contrattuali come la chiamata giornaliera dell'operaio a tempo determinato anche per un solo giorno all'anno e per le sole ore necessarie a svolgere l'attività richiesta. “Un vero e proprio lavoro a chiamata – spiega – previsto dalle normative di legge e dai contratti che regolano il mercato del lavoro in agricoltura, che non ha nemmeno bisogno della comunicazione giornaliera di inizio e fine lavoro, com’è previsto per il nuovo lavoro accessorio”.
In conclusione, “con i vecchi voucher il lavoro accessorio poteva avere un costo maggiore per le imprese agricole rispetto all’applicazione del contratto di lavoro, mentre oggi alle imprese viene offerta una incredibile occasione per abbattere i costi. Per i lavoratori, invece, la differenza è enorme: con i voucher nessun diritto (malattia, disoccupazione, assegni familiari e copertura previdenziale). Se i voucher già di per sé penalizzano i lavoratori del settore agricolo, con le nuove interpretazioni dell’Inps si aggiunge danno a danno, introducendo una sorta di deregolamentazione con un accanimento particolare per questo settore. La Flai e la Cgil non si rassegnano: proseguiremo la nostra battaglia”.