Si è svolto ieri pomeriggio presso la sede di Assolombarda a Milano il primo incontro chiesto dai sindacati per discutere della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla Nortel all'inizio di luglio. La vicenda coinvolge oltre la metà del personale altamente qualificato delle due sedi italiane, in tutto circa 50 dipendenti di cui 20 a Roma e gli altri a Milano. La Nortel è una multinazionale canadese delle tecnologie per le reti di comunicazione (voce, dati, fisse e mobili) tra i primi e più avanzati produttori al mondo nel settore.

L'incontro di Milano è avvenuto all'indomani dell'iniziativa dei lavoratori Nortel in Francia che, per protestare contro la decisione della multinazionale di voler procedere al licenziamento di 480 lavoratrici e lavoratori francesi, hanno minacciato di far esplodere la fabbrica con delle bombole di gas.

“Abbiamo chiesto alla Nortel di trovare soluzioni condivise con il sindacato, se non vogliono che la situazione degeneri anche in Italia”, dichiara Roberta Turi della Fiom Cgil di Roma: “I lavoratori sono molto preoccupati: la Nortel, infatti, non sta neppure pagando i Tfr a chi ha deciso di dimettersi. Abbiamo chiesto di utilizzare strumenti alternativi al licenziamento, quali i contratti di solidarietà e la cassa integrazione. Non si possono licenziare brutalmente lavoratrici e lavoratori con competenze importanti e qualificate, soprattutto nel momento in cui questo governo annuncia di voler investire da subito 800 milioni per le nuove reti broadband e quelle di nuova generazione Ngn2”.

L’azienda, riferisce la Fiom,
“ha però mantenuto la propria posizione, anche perché il potere decisionale in questo momento, in virtù della procedura di insolvenza avviata in base alla legislazione inglese, è in capo al joint administrator che risiede a Londra e che sarà presente al prossimo incontro, fissato per il 24 luglio”.

“Ci auguriamo che la Nortel
decida di cambiare rotta e di avere un comportamento corretto con il sindacato – conclude Turi -. La pessima gestione della ristrutturazione in Francia sicuramente non ha giovato all’immagine della multinazionale nel mondo. Il 24 luglio, giorno del prossimo incontro, i lavoratori di Roma sciopereranno 8 ore per convincere l’azienda al negoziato”.