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Cinquanta 50 disabili gravi in sciopero della fame. Si tratta di persone affette da patologie neurodegenerative progressive, come Sla, distrofia muscolare e sclerosi multipla. A motivare la protesta, organizzata dal "Comitato 16 Novembre", è la scarsa attenzione dell'esecutivo verso la loro condizione di malati gravi, bisognosi di assistenza 24 ore su 24.
"Il governo ha destinato parte dei 658 milioni della legge sulla spending review alla non autosufficienza ma ancora non c'è un piano per la destinazione delle risorse" spiega Mariangela Lamanna, presidente dell'associazione. Lo sciopero della fame consiste in realtà in una progressiva riduzione degli alimenti. Si tratta di malati gravissimi, quasi tutti tracheotomizzati e allettati, tutti bisognosi di assistenza continua e vigile h24. Un'assistenza costosissima, in quanto ogni malato è attaccato a dei macchinari, ad esempio respiratori, che devono essere disponili in misura doppia, perché se uno si ferma l'altro deve essere subito pronto.
Il comitato ha più volte sollecitato un piano per la assistenza ai non autosufficienti, le cui competenze sono divise tra i ministeri dell'Economia, del Lavoro e della Salute. "Abbiamo chiesto un incontro con tutti e tre i ministri, Fornero, Grilli e Balduzzi - spiega Lamanna - proprio per dire basta al palleggiamento delle responsabilità e delle competenze. I malati e le famiglie non possono più aspettare, l'assistenza ha costi altissimi".
Per questo è stato presentato il progetto 'Restare a Casa' che consiste nell'assistere al proprio domicilio i malati di questa patologie facendoli rimanere nel loro ambiente familiare ma dotandoli di tutti gli strumenti e i macchinari necessari alla sopravvivenza. Ed è stato chiesto allo Stato un contributo di 20mila euro l'anno per ogni famiglia dove risiede un malato grave. L'elenco dei malati che partecipano allo sciopero della fame è consultabile con tanto di nomi e cognomi sul gruppo facebook del Comitato 16 novembre.