"L’incontro di ieri (15 ottobre, ndr) al ministero del Lavoro con Nokia Siemens Networks si è concluso con un mancato accordo, dal momento che i vertici della multinazionale hanno chiesto al sindacato di avere mano libera per procedere a un esodo 'spintaneo' di massa". Lo afferma un comuncaito la Fiom Cgil della Lombardia.

"La presunta disponibilità al dialogo – prosegue la nota – per 'gestire il processo di trasformazione per continuare ad affermarsi come importante player nel mercato italiano delle telecomunicazioni', di cui l’Ad di Nsn Italia si fregia in ogni occasione, si è ancora una volta tradotta nella cassa integrazione straordinaria a zero ore, ossia nell’utilizzo di fondi pubblici per poter meglio licenziare centinaia di lavoratrici e di lavoratori e aggiungere il tassello mancante a completare un processo di definitiva delocalizzazione di attività strategiche che mette in discussione la presenza dell’impresa nel nostro paese".

"Persino dietro allo sbandierato sostegno al reddito c’è il trucco: l’elemosina per i lavoratori posti in cigs a zero ore e senza alcuna garanzia di rientro scatterebbe dopo ben 9 mesi dalla sospensione. In compenso non c’è alcuna traccia delle fantomatiche ricollocazioni esterne promesse da tempo. L’amministratore delegato e il suo entourage possono continuare a raccontare la storia della grande famiglia impegnata a 'ridurre le ricadute e mitigare l’impatto sociale' delle scelte dell’impresa".

"La verità è un’altra - conclude il comunicato –: Nokia Siemens Networks ha deciso di disfarsi di 580 lavoratrici e lavoratori e si è sempre dimostrata assolutamente indisponibile a prendere in considerazione strumenti finalizzati alla salvaguardia occupazionale e professionale e al mantenimento sul territorio di competenze di eccellenza a livello mondiale".