Il segretario confederale Cgil Nicola Nicolosi è intervenuto ai microfoni di Radioarticolo1, nel corso della rubrica "Italia Parla", per discutere della Legge di stabilità, all'indomani dell'approvazione del decreto 101 che riguarda la pubblica amministrazione. "In tal senso, non ci sono novità – ha esordito il dirigente Cgil –: il governo continua a tenere nel mirino la pubblica amministrazione, sparando addosso ai lavoratori pubblici, attraverso misure quali il blocco dei contratti, il blocco del turn over, norme sull'indennità di vacanza contrattuale, tagli agli straordinari, rateizzazione del tfr. Per non parlare della stabilizzazione dei 120.000 precari, ancora irrisolta, malgrado gli annunci di Letta. Quello dell'esecutivo è un atteggiamento politicamente scorretto e anche un po' miope, perchè finisce col mettere i cittadini gli uni contro gli altri, senza trarne neppure un briclolo di consenso. Ad esempio, continuare a bloccare il contratti dei dipendenti pubblici causa una condizione traumatica nei 3 milioni e 200.000 addetti interessati, ed è una grave ingiustizia: i pubblici impiegati hanno lo stesso identico diritto di tutti gli altri lavoratori di vedersi rinnovato il proprio ccnl. Così come non arrivare alla stabilizzazione dei 120.000 precari della pubblica amministrazione, come avevamo sperato all'atto dell'approvazione del decreto 101, è una contraddizione molto forte, perchè ciò richiederà l'ennesima proroga il 31 dicembre prossimo, e, in caso contrario, non essendo nel frattempo maturati i tempi necessari per indire i concorsi, tutti quei precari rischieranno di essere licenziati già a partire dal gennaio 2014. Perciò, chiediamo al governo, in particolare al ministro D'Alia, al quale abbiamo sollecitato, assieme a Cisl e Uil, l'apertura di un confronto su questo come su altri temi, di intervenire dentro la Legge di stabilità o con il decreto Milleproroghe per salvaguardare questa platea di lavoratori e dar vita finalmente a una politica assunzionale all'interno della pubblica amministrazione, mettendo così fine allo scandalo nazionale per cui la macchina statale funziona, in modo particolare nei servizi più sensibili, solo grazie all'intervento dei precari. Anche in tale ottica abbiamo indetto quattro ore di sciopero a novembre, a livello territoriale e in maniera unitaria, e quest'ultima è la grande novità di questa fase storica".

Nel frattempo, sono arrivati gli ultimi dati Istat con il nuovo record di disoccupazione, il 12,5%, il più alto dal 1977, mentre continua ad estendersi l'area di sofferenza occupazionale, comprendente ormai quasi 10 milioni di persone, tra senza lavoro, cassaintegrati, precari, secondo la rilevazione effettuata dall'associazione Bruno Trentin. ”È evidente – sottolinea Nicolosi – che se le politiche che caratterizzano il nostro sistema non hanno concretezza, noi non facciamo altro che peggiorare la situazione, come avviene peraltro ormai da venti anni. In tal modo ogni anno il nostro Pil è negativo, perchè non abbiamo creato elementi di positività nella nostra economia. Nel 2003 facemmo uno sciopero generale contro il declino industriale del nostro paese, purtroppo inascoltati, e dieci anni dopo siamo peggio di prima. C'è innanzitutto un problema di classe dirigente, che ci fa dire come attualmente siamo una nave senza nocchiero: questo è il dramma che abbiamo oggi, cui seguono tutti gli altri, a cominciare dal dato della disoccupazione giovanile, conseguenza del fatto che l'Italia non riesce più a produrre lavoro e non ha più nessuna capacità di competizione sul piano internazionale. Non si fanno più investimenti laddove servono e andrebbero destinate le poche risorse a disposizione, come nella ricerca e nell'innovazione tecnologica. Questo è il tema di fondo, cui seguono tutti gli altri, come il fatto di tagliare con l'accetta per far quadrare i conti, in tal modo senza dare alcuna possibilità di ripresa e di crescita economica".