“Ci chiediamo ormai da mesi dove stia andando a finire il gruppo Nestlè, la prima multinazionale alimentare al mondo, e quali siano le sue reali intenzioni nei confronti di tutte quelle realtà produttive italiane delle quali è proprietaria". A porsi l'interrogativo è Antonio Mattioli, segretario nazionale Flai-Cgil.
"In più di un’occasione - scrive il sindacalista in una nota - abbiamo, infatti, registrato l’intenzione della multinazionale di dismettere produzioni, di intraprendere operazioni di cessione di marchi e di rendere incerto il futuro dei lavoratori del gruppo.
Poi Mattioli entra nello specifico: "Negli ultimi mesi sono mancati i piani di investimento per l’Antica Gelateria di Parma, per lo stabilimento della pasta fresca di Moretta (Cn) e per quello dei gelati di Benevento - dice il segretario Flai - Alla Perugina si sono, invece, deteriorate le relazioni sindacali a seguito di alcune decisioni unilaterali prese dall’azienda sull’organizzazione di lavoro mentre nei siti di Ferentino (Fr) e S.Martino Buonalbergo (Mn) i lavoratori sono in allarme per le voci di cessione dei marchi Motta e Alemagna, maldestramente smentite dalla proprietà nei giorni scorsi ma poi confermate a mezza bocca".
"Sono, quindi, sul tavolo circa 3.500 posti di lavoro - sottolinea Mattioli - che potrebbero essere messi a rischio qualora la Nestlè non dovesse decidere di continuare ad investire nelle produzioni presenti nel nostro paese".
"E’ per questo che al prossimo incontro di gruppo, previsto il 27 maggio a Milano, chiederemo alla multinazionale quali sono le strategie che intende mettere in campo per gli anni a venire e la presentazione di un piano industriale credibile che garantisca ai lavoratori un futuro di stabilità”, conclude Mattioli.
Nestlè: Mattioli (Flai), serve piano credibile su futuro in Italia
22 maggio 2009 • 00:00