Oggi in Italia c'è un problema di riconoscimento dei corpi intermedi: solo attraverso le relazioni industriali, però, si può costruire un modello di sviluppo compiuto, soprattutto nelle città. Di questo si è parlato all'incontro dal titolo "Oltre il dialogo l'accordo", che si è svolto oggi (16 settembre) a Lecce, nel corso delle Giornate del lavoro della Cgil, nella sede del Castello Carlo V. L'appuntamento è stato moderato dal giornalista Paolo Baroni.
“Inutile negarlo: sulla questione dei corpi intermedi nel nostro Paese c'è stato uno scontro straordinario. La Cgil è arrivata a raccogliere le firme per un referendum a difesa dei diritti del lavoro”. Così ha esordito il segretario confederale, Vincenzo Colla. “Il problema del riconoscimento è anche e soprattutto culturale”, a suo avviso, per valorizzare pienamente il ruolo dei sindacati deve cambiare il modo di pensare. In riferimento al Movimento 5 Stelle, ha detto: “Non condividiamo un modello di rappresentanza digitale, seppure sappiamo che il digitale è molto importante”.
In una fase di profonda difficoltà nelle città si sono raggiunti anche buoni risultati. “Mentre c'era questo scontro con i sindacati – riflette Colla - le nostre città metropolitane entravano in crisi: basti pensare che nel 2008 abbiamo firmato quasi un miliardo di ore di cassa integrazione. In quello scenario abbiamo salvato migliaia di lavoratori e imprese, abbiamo fatto molti accordi con i sindaci”. Un caso importante riguarda la città di Roma: “Abbiamo firmato un'intesa sullo sviluppo sostenibile, che riteniamo molto importante. Inoltre proprio pochi giorni fa abbiamo siglato un testo sulla gestione dell'Atac”. Per rilanciare il trasporto pubblico romano è stato aperto un tavolo permanente.
In generale, secondo Colla, “dobbiamo riprogettare un'idea di relazioni: solo così si può governare la complessità delle città. Non si può fare da soli, altrimenti arriverà certamente il momento del conflitto. Per noi come sindacato la città è un'idea di futuro da costruire insieme, che sia paziente rispetto alla complessità”.
“La disintermediazione non è il punto della questione, per noi ciò che conta è il merito delle questioni”. Lo afferma il sindaco di Roma, Virginia Raggi. “Nella capitale era sul tavolo il contratto decentrato e il salario accessorio: abbiamo dialogato con i sindacati con lo stesso obiettivo, risolvere i problemi, e abbiamo rinnovato il contratto per 23mila dipendenti”. Nella visione del Movimento 5 Stelle, secondo Raggi, “noi parliamo sia direttamente con i lavoratori sia con il sindacato, per quello c'è la sede di trattativa”. In ogni caso il dialogo porta risultati: “Ora continuiamo a confrontarsi sulla vicenda Atac, il nostro obiettivo è mantenerla pubblica e dimostrare che con una guida efficiente può funzionare. Ci sono 12mila dipendenti, va organizzata in modo adeguato. È comunque essenziale che il diritto al trasporto pubblico sia fornito dall'ente locale”.
La città di Bari ha un buon rapporto con i sindacati e le associazioni di categoria. Così il sindaco, Antonio Decaro, nel suo intervento. “C'è una stretta collaborazione: appena sono stato eletto ho chiamato i sindacati, con loro ho costruito un meccanismo per applicare la tassa sulla prima casa. Si tratta di una tassa odiosa, che abbiamo cercato di limitare per le persone in difficoltà economica. Io volevo applicare la rendita catastale, i sindacati mi hanno aiutato a scegliere di applicare l'Isee che è il metro corretto”. La collaborazione è continua e proficua: “Un'altra scelta fatta insieme riguarda i tirocini formativi finanziati dal Comune, la platea coinvolta e la loro attivazione: molti di questi lavoratori sono poi stati assunti a tempo indeterminato”. Infine, anche Bari ha avuto il caso dell'azienda dei trasporti: “C'erano vari nodi da sciogliere, da inchieste giudiziarie al rapporto col personale – dice il sindaco -, ma l'abbiamo mantenuta pubblica. In quel settore il pubblico è una garanzia, perché il privato rischia di tagliare i rami secchi e penalizzare il diritto di trasporto, per esempio in periferia”.