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È iniziato nel peggiore dei modi l’incontro tra sindacati e vertici di Natuzzi in Federlegno, con l’annuncio di Antonio Cavallera, direttore operativo del gruppo di Santeramo in Colle, di 1.000 esuberi al termine del contratto di solidarietà, in scadenza a fine 2018. “Un'idea che abbiamo subito respinto al mittente”, affermano le segreterie nazionali di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che erano presenti all’incontro insieme ai sindacati nazionali del commercio Filcams, Fisascat, Uiltucs.
“Abbiamo ricordato all’azienda che il rilancio non può passare per il licenziamento di metà della forza lavoro attualmente impiegata e che i lavoratori sono chiamati da anni a sacrifici immani: è ora di assicurare loro un futuro sereno e di pensare all’economia del territorio, messo in ginocchio da una crisi senza precedenti”, si legge ancora nella nota dei sindacati, che hanno chiesto al governo, alle due regioni interessate, Basilicata e Puglia, e a tutte le istituzioni coinvolte “un impegno serio per il rilancio dell’azienda e di tutto il distretto del mobile imbottito.”
Il confronto serrato e a tratti duro tra le parti ha portato a un punto di incontro: "Abbiamo incassato la disponibilità ad avviare un confronto serio e costruttivo per rilanciare la Natuzzi e restituire al Mezzogiorno un pezzo importante del suo già scarso patrimonio industriale". "Per questo - annunciano i sindacati - verrà riconvocata la cabina di regia nazionale, con l'obiettivo di evitare quegli esuberi. Se l’azienda vorrà confrontarsi seriamente sul futuro del gruppo e sulle reali possibilità di rilancio, come sembra dall’incontro di oggi, ci troverà pronti – concludono i sindacati –. Ci auguriamo che le parole di disponibilità del direttore operativo siano suffragate dai fatti, altrimenti nessuno di noi starà fermo a guardare l’ennesimo tsunami occupazionale”.