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Il giudizio della Fillea Cgil sulla legge di stabilità e sull’azione del governo è netto: “siamo di fronte ad una manovra sbagliata, in continuità con il passato. Continua lo smantellamento dello stato sociale, a cominciare dalla sanità pubblica, inopportuna ed inutile la scelta del taglio della Tasi, che non solo rappresenta un regalo per i grandi proprietari ma distrae tre miliardi e mezzo di euro da altri possibili investimenti di maggior impatto sociale. Le politiche degli incentivi, pur apprezzabili, continuano ad avere il vizio di fondo della estemporaneità , mentre dovrebbero puntare alla strutturalità , solo così potranno favorire gli investimenti in ristrutturazioni ed efficientamento energetico”. Lo ha spiegato il segretario generale degli edili Cgil, Walter Schiavella, nel corso del direttivo nazionale del sindacato.
Sugli investimenti per le opere “registriamo positivi cambi di metodo, ma occorre far di più, il settore delle costruzioni in questi anni ha raggiunto il punto più basso della sua storia dal dopoguerra, per farlo ripartire occorre una cura da cavallo, come diciamo da anni, con risorse vere liberate in poco tempo e trasformate in opere cantierabili subito.” Sul versante della legalità e della regolarità del lavoro, per Schiavella “il governo ha dato il peggio di sé, cominciando con lo svuotamento del più efficace strumento di contrasto alla irregolarità, il Documento Unico di Regolarità Contributiva, fino ad arrivare all’innalzamento del contante a 3mila euro, due regali di Natale fatti all’economia illegale e alle aziende irregolari”.
Ma per Schiavella “è con questo che oggi facciamo i conti. Potremmo semplicemente testimoniare il nostro dissenso, più o meno rumorosamente, ma occorre fare di più. Oggi c’è bisogno di un sindacato forte, consapevole, capace di costruire alleanze che consentano di ridurre l’impatto negativo delle scelte economiche del governo, in grado di portare a casa risultati concreti e tangibili che restituiscano ai lavoratori e alle fasce sociali più deboli parte di quanto in questi otto anni di crisi è stato tolto” come il “cambiamento della Legge Fornero ed il riconoscendo di una reale flessibilità in uscita in rapporto alla gravosità e diversità dei lavori. Su questo c’è il massimo impegno dei lavoratori delle costruzioni nella mobilitazione unitaria Cgil Cisl Uil e la volontà di giungere come categorie delle costruzioni ad una iniziativa nazionale per gennaio”.
Contrattazione. Per Schiavella il patto tra Governo e Confindustria è chiaro: “sostenere l’impresa attraverso la compressione dei diritti, dei salari e lo smantellamento delle protezioni sociali”. Una direzione che il sindacato deve essere capace di cambiare: “Possiamo farlo rispondendonell’unico modo possibile: occupare tutti gli spazi negoziali rinnovando i CCNL e, contestualmente, sfidare entrambi sul terreno dell’innovazione dei modelli di relazioni industriali”.
Jobs Act. Referendum abrogativo. Prosegue Schiavella: “Il centro dell’azione della Cgil per contrastare il Jobs Act non può che essere la proposta di un nuovo Statuto dei Lavoratori. Per questo ho espresso più volte le mie perplessità sul referendum abrogativo. Da qui l’astensione, mia e degli altri segretari Fillea presenti al Direttivo della Cgil del 6 novembre, data dall’unico punto di dissenso con il contenuto dell’ordine del giorno proposto, ma politicamente rilevante: quello di ricorrere al referendum abrogativo, seppure come mero strumento di sostegno alla proposta di legge, ma in termini contestuali.”
“Ho il dovere politico e morale di rispondere a voi di questa mia posizione, mentre non c’è nulla da discutere rispetto al da farsi” perché “le decisioni della Cgil impegnano tutta l’Organizzazione, non servono né conte, né congressi simulati, né tantomeno “bandierelle” identitarie. La Fillea sarà quindi in prima fila nel sostenere le decisioni assunte dalla Cgil in tutta la campagna di consultazione degli iscritti, senza se e senza ma, anche se questo non è accaduto in passato quando altre categorie hanno espresso opinioni diverse da quelle della Cgil.”
Questa posizione però “tanto più se condivisa da una discussione collettiva della nostra categoria, sottintende però un’altra questione, più complessa e profonda: quale profilo politico dovremo assumere nell’azione sindacale dei prossimi delicati mesi? Quali strumento dovranno avere la priorità? Quale peso dovrà avere l’opzione prioritaria di azione unitaria? Quale rapporto fra questa e la tenuta della nostra unità interna?” Domande che per Schiavella necessitano di una risposta chiara e netta “frutto di una confronto leale e trasparente nel quale ciascuno si assuma l’onere delle posizioni che esprime e tutti insieme ci si faccia carico della sintesi che ne scaturirà. Questo è il terreno di confronto che sollecitiamo e nel quale intendiamo esprimere le nostre opinioni”.
Nasce l'assemblea generale
Nasce oggi l’assemblea generale della Fillea, l'organismo previsto dal nuovo Statuto della Cgil - composto da delegati e delegate di posto di lavoro - cui sarà affidato il compito di eleggere i segretari generali del sindacato di Corso d’Italia e delle sue categorie. Per gli edili entrano nell’assemblea generale 135 lavoratori, per il 36% donne, per il 12% migranti, moltissimi sotto i 40 anni, provenienti da tutti i comparti delle costruzioni, dall’edilizia al legno-arredo, dal cemento ai manufatti, dai lapidei a nicchie di produzioni, come il restauro e l’archeologia, il cotto, gli interni della nautica, ecc.
Per Alessandro Genovesi, segretario organizzativo della Fillea “tutte le strutture territoriali hanno compiuto uno sforzo importante per garantire che questo strumento di democrazia e partecipazione sia davvero rappresentativo” raggiungendo obiettivi "tutt’altro che scontati, come quello di una forte rappresentanza femminile, in un settore a caratterizzazione maschile, penso all’edilizia o alle cave dove le donne sono pochissime. O come la presenza di migranti, concentrati sopratutto nella sola edilizia” o come l’impegno per un “vero ricambio generazionale, in un settore dove da otto anni si perdono posti di lavoro e non se ne stanno creando di nuovi, con un innalzamento mai visto dell’età media degli addetti.”
Molti di questi lavoratori sono nuovi iscritti “a conferma che, nonostante la crisi, il poco lavoro, le poche ore lavorate, le preoccupazioni per il proprio futuro, per i lavoratori e le lavoratrici il sindacato non è un gettone telefonico in disuso ma resta il punto di riferimento insostituibile per difendere i propri diritti e per contrattare migliori condizioni di lavoro. Noi dobbiamo essere all’altezza della fiducia che i lavoratori ci consegnano, da una parte rinnovandoci ed estendendo la partecipazione e la democrazia, e l'assemblea generale ne è un esempio" dall’altra ampliando "il nostro raggio di azione per avvicinare tutti quei lavoratori che continuano ad essere nel “limbo” del precariato, del falso lavoro autonomo, del ricatto, mettendo in campo - conclude Genovesi - progetti e sperimentazioni che rafforzino il carattere di prossimità del nostro sindacato”.