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Ritrovarsi da soli a vivere e lavorare in paese straniero, senza una guida né un aiuto concreto da chi è già passato per quella rotta. È qualcosa che capita sempre più spesso in tempi di migrazioni economiche e allora, per dare risposte a queste persone, è nata Itaca, un’associazione senza fini di lucro che i residenti in vari paesi del mondo hanno costruito partendo dalla propria esperienza nell’aiutare l’emigrazione italiana a integrarsi, consapevoli che può servire non solo ai più giovani, ma a tutti coloro che si ritrovano costretti a migliaia di chilometri da casa. Ne fanno parte, prima di tutto, le associazioni che svolgono da decenni le attività di patronato in convenzione con l’Inca, che le ha affidato la gestione del proprio Osservatorio sulla mobilità internazionale.
“Per chiunque viaggi, Itaca è l’idea di casa”, spiega la presidente del patronato Cgil Morena Piccinini in questa intervista apparsa sul sito della neonata associazione: “Di quella 'casa' reale, esistente in pietra e mattoni, o di una 'casa' ideale, fatta di affetti e sicurezze. La nostra associazione vuole essere proprio questo: un punto di riferimento, un aiuto a chiunque si trovi nella condizione di migrante, che lo sia da molti anni, anche da generazioni, o che lo sia da poco tempo; o anche per chi ha in mente l’idea di diventarlo e ancora non si è mosso. Un’associazione che aiuti chiunque a sentirsi a casa sua, in qualsiasi luogo del mondo”.
La sede è a Bruxelles, luogo chiave per l’Europa, ma non solo. “Abbiamo scelto una città straordinariamente cosmopolita, capitale dell’incontro di migrazioni e mobilità internazionali – spiegano in un comunicato i promotori –. A Itaca sta a cuore proprio questo: l’incontro. Partendo dall’esperienza migratoria italiana, sia quella storica, sia quella più recente, e dagli strumenti che i nostri connazionali hanno saputo inventarsi nel tempo per integrarsi ovunque, vogliamo costruire un luogo che aiuti non solo le comunità italiane, ma tutte le comunità migranti a vivere meglio in qualsiasi paese straniero e a vedere riconosciuti i propri diritti”.
Sono essenzialmente tre i canali d'azione: l’adesione all'associazione di tutti i cittadini interessati e coinvolti, attraverso la promozione d'iniziative e servizi territoriali gestiti in convenzione con altre associazioni nel mondo; attività di informazione, ricerca, studio, formazione, progettazione e comunicazione; infine, ed è questo in fin dei conti lo scopo principale, mettere a disposizione i servizi e gli strumenti necessari per realizzare sul posto le migliori pratiche per tutelare i cittadini migranti e aiutarli a vivere nel nuovo paese. (mm)