Stamani alle 11.45 in Fiom Milano è arrivato un fax (su carta intestata ConfapiMilano) che ha per oggetto ‘avvio procedura cigs per crisi aziendale connessa alla cessazione parziale di attività’ alla Nardi elettrodomestici. L’azienda, si legge nel testo della comunicazione riferito dalla Fiom locale, “procederà a cessazione dell’attività produttiva che a oggi si esplica nel sito produttivo di Paderno Dugnano”. Per la Fiom è questa “una prassi senza precedenti, che segna disprezzo per i lavoratori e cancella il sindacato".

La scelta, prosegue
il comunicato sindacale, "è tanto più grave dal momento che ‘porta la firma’ non di un imprenditore qualunque, ma di un rappresentante nazionale della piccola e media industria e cioè Marco Nardi che, oltre ad essere proprietario della Nardi Elettrodomestici (uno stabilimento a Paderno e uno in provincia di Treviso) è presidente di Unionmeccanica e componente della Giunta di Confapi in rappresentanza della categoria. Non è solo un imprenditore, ma siede al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro”. Domani a Paderno i lavoratori saranno in assemblea e “decideranno le mobilitazioni più efficaci per contrastare una scelta inaccettabile, sia nel merito che per il metodo”.

All’inizio dell’anno,
ricorda la Fiom milanese, “al termine di un periodo di cassa integrazione ordinaria nello stabilimento di Paderno, si è svolto un incontro in cui il gruppo dirigente della Nardi ha comunicato l’avvio della lavorazione di un nuovo prodotto e, quindi, la ripresa piena dell’attività del sito che occupa 80 persone (22 in produzione). Tutto bene quindi, fino a questa mattina quando i lavoratori sono entrati in fabbrica e hanno scoperto che, per festeggiare il 25 aprile, l’azienda aveva spostato altrove (pare nello stabilimento veneto) gli stampi del nuovo prodotto. Impossibile capire cosa fosse accaduto tra sabato e domenica dal momento che in azienda non era presente nessuno della direzione”.