"A seguito di un'informativa antimafia trasmessa nei giorni scorsi dal Prefetto di Napoli alle stazioni appaltanti, l’impresa edile napoletana Lande, con numerose commesse pubbliche nella regione e in tutta Italia, si è vista rescindere i contratti d'appalto per la realizzazione di numerose opere pubbliche (cantiere Tav in Val di Susa, cantiere del waterfront di Portici, cantiere dell’area archeologica di Pompei, cantiere di Villa Jovis a Capri, e tanti altri cantieri). A seguito di tali rescissioni contrattuali, l'impresa ha notificato ai propri dipendenti, circa 300, impegnati nelle commesse pubbliche, lettere di sospensione dal lavoro con ricorso a ferie forzate". A darne notizia in una nota è la Fillea Cgil di Napoli.
"Al di là della legittimità o meno dei provvedimenti di rescissione dei contratti e della gravità o meno delle ragioni che hanno indotto il Prefetto all'informativa atipica, resta il fatto che trecento persone e le relative famiglie rischiano la perdita del posto di lavoro, e Napoli ritrova una nuova ennesima emergenza". Così Ciro Nappo, segretario generale della Fillea di Napoli.
"La Fillea, a nome dei lavoratori della Lande, è impegnata a porre in essere, da subito, tutte le iniziative che potranno far rientrare tali espulsioni dal lavoro, chiedendo al Prefetto di Napoli di convocare ad horas stazioni appaltanti, impresa e organizzazioni sindacali, per valutare tutte le possibili misure anche di reimpiego dei lavoratori eventualmente licenziati, e ciò anche per garantire che la sospensione dei cantieri non determini danni alle economie locali e al patrimonio ambientale interessato", conclude il dirigente sindacale.