"Le sentenze si rispettano. Solo questo si dovrebbe dire rispetto ad una decisione seria e certamente non facile quale quella che hanno preso i giudici del Tar del Lazio in esito ad un ricorso presentato da una concorrente esclusa dalla famosa selezione internazionale per i Direttori dei Musei autonomi inventati dalla riforma Franceschini". È quanto si legge in una nota della Fp Cgil Nazionale.
Una sentenza, prosegue il sindacato, "si può non condividere ma certamente il giudizio frettoloso e superficiale che hanno dato lo stesso ministro e l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi non fa giustizia di un dispositivo che ha seriamente approfondito e motivato la controversa decisione. Una sentenza che mette anzitutto in discussione la regolarità della procedura selettiva seguita, richiamando la grave carenza nei principi di trasparenza che devono uniformare qualunque selezione pubblica. Tale da inficiare l'intero processo. E peraltro - aggiunge la Funzione pubblica Cgil - dando ragione ai molti che avevano più volte denunciato pubblicamente le singolari modalità con le quali erano stati scelti i direttori"
"Vorremmo aggiungere - si legge ancora -che la questione della nazionalità è persino secondaria rispetto al vero vulnus della procedura: in quel caso il giudice si limita a rilevare che la norma contenuta nel decreto art bonus non supera il divieto normativo primario relativo al divieto di impiegare cittadini non italiani nelle funzioni della dirigenza pubblica. Pertanto vorremmo invitare il Ministro Franceschini e l'ex presidente del Consiglio ad una attenta lettura della poderosa sentenza, prima di esprimere giudizi affrettati e attacchi ingiustificati a giudici che hanno semplicemente fatto il loro lavoro, magari riflettendo sull'efficacia di una riforma che inizia a rivelare profonde debolezze anche normative", conclude la Fp Cgil.