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Sette anni fa tre operai morivano soffocati all’interno di una cisterna interrata di un impianto di desolforazione della raffineria Saras di Sarroch, presso Villa San Pietro (Cagliari). Era il 26 maggio 2009: Daniele Melis, di 26 anni, Luigi Solinas di 27 e Bruno Muntoni di 52, quest'ultimo sposato e padre di tre figli. Dipendenti della cooperativa sociale “Comesa”, che aveva in appalto alcuni lavori all’interno della Saras, rimasero uccisi in seguito alle esalazioni di vapori tossici. Ma i loro nomi non sono stati dimenticati, tutt’altro: a loro viene infatti oggi (martedì 9 febbraio) dedicata la sala musicale del Comune, aperta ai giovani del paese, che sarà insonorizzata grazie ai 25 mila euro donati dalla Fiom, che li ha ricevuti come risarcimento al processo in quanto parte civile. Alla cerimonia (che si tiene alle ore 15) partecipa anche il segretario generale dei metalmeccanici Cgil Maurizio Landini, oggi in Sardegna per l’Assemblea regionale di quadri e delegati.
“Vogliamo ricordare a tutti i quadri sindacali della Sardegna le ragioni che ci hanno portato a costituirci parte civile” commenta il segretario generale della Fiom Cgil regionale Mariano Carboni, in una conversazione con il quotidiano La Nuova Sardegna: “La più forte fu che, un attimo dopo la morte di queste tre persone, dall'interno della raffineria c'era chi si affrettava a dichiarare che l'incidente era avvenuto per responsabilità loro. Il processo invece ha ben chiarito che i tre operai sono morti perché lavoravano in un contesto non sicuro”. Il secondo motivo a spingere la Fiom a costituirsi parte civile fu che “bisognava stimolare la ricerca della verità e promuovere una nuova consapevolezza sul tema della sicurezza, perché nello stabilimento lavoravano e lavorano ogni giorno migliaia di persone”. Da allora molto è stato fatto: “Si è lavorato – conclude il segretario della Fiom Sardegna – per correggere le storture, sulla consapevolezza del rischio. È necessario investire sulla formazione, accertandosi anche della sua reale efficacia. Ed è indispensabile che l'azienda investa in sicurezza, quindi nella prevenzione dei pericoli connessi con le lavorazioni”.