Un mercato del lavoro completamente diverso, in cui sia più facile assumere e licenziare. In cui si superi l'apartheid tra chi un impiego ce l'ha e chi è senza. In cui le tutele vengano ridefinite a misura di individuo. Alla vigilia dell’incontro tra governo e parti sociali sul mercato del lavoro Mario Monti dice la sua in un’intervista a Matrix di cui parlano ovviamente tutti i giornali. Con un invito ai giovani: “Si abituino all'idea di non avere più il posto fisso a vita. E poi, diciamolo, che monotonia. È bello cambiare e accettare delle sfide”. Il premier chiarisce una volta per tutte che no, “l'articolo 18 non è un tabù. Può essere pernicioso per lo sviluppo dell'Italia e dei giovani in certi contesti, e abbastanza accettabile in altri contesti”. Non spiega quali, ma dice che sul mercato del lavoro è normale avere più dialogo e “questo più dialogo ci sarà, ma - avverte - con tempi brevi, da Italia europea”.