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Ritmi serrati per il piano di ristrutturazione 2017–2021 del Monte dei Paschi di Siena. Dopo l’incontro di mercoledì 5 luglio a Roma, parte oggi (giovedì 6 luglio) a Siena, alle ore 13, il confronto tra i coordinamenti sindacali di gruppo e il management dell’istituto bancario sulla gestione del piano e degli esuberi. “Il progetto prevede - spiegano i sindacati - circa 4.800 adesioni al Fondo di sostegno al reddito (di cui 600 già usciti al primo maggio di quest’anno), 750 risorse legate alle uscite naturali e al turnover, e circa 450 uscite relative alle filiali estere. Sono previste, inoltre, circa 500 assunzioni, derivanti in gran parte dall’applicazione delle norme del contratto integrativo aziendale e da previsioni di legge”.
Nell’incontro di mercoledì 5 i sindacati hanno “esplicitamente richiesto che la gestione degli esuberi avvenga in maniera esclusiva attraverso l’utilizzo del Fondo di sostegno al reddito su base volontaria”. L’amministratore delegato Marco Morelli ha inoltre precisato “che il piano di ristrutturazione non prevede processi di esternalizzazione del personale, come più volte richiesto dai sindacati”. Riguardo le filiali, è stato convalidato “il progetto di chiusura delle unità operative, le quali passeranno dalle attuali 1.860 circa a 1.400”.
Intanto la Commissione Ue ha approvato la “ricapitalizzazione precauzionale” del Monte dei Paschi da parte dello Stato: l’intervento è di 5,4 miliardi, che porterà lo Stato a detenere il 70 per cento del capitale. In cambio del proprio via libera, Bruxelles ha chiesto la cessione di 26 miliardi di Non performing loans (Npl, ossia i crediti deteriorati), il varo di un profondo piano di riorganizzazione e una nuova mission bancaria orientata alle piccole e medie imprese.
Soddisfazione per l’ok europeo e per il progetto di ristrutturazione della banca è stata espressa dal segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale, che ha rimarcato come “il piano industriale, pur presentando esuberi, consente di gestirli esclusivamente su base volontaria senza drammi sociali”. Quello raggiunto, per il dirigente sindacale, è un risultato “frutto del lavoro e della tenuta unitaria di tutto il sindacato, ma anche della coerenza dimostrata dalla banca senese e dal ministro Padoan”. Megale ha poi sottolineato “che non dovrà mai venire meno il fatto che in questi lunghi anni di crisi e difficoltà il vero valore aggiunto sono stati i lavoratori, che hanno saputo gestire un rapporto non semplice con la clientela”. Adesso, ha concluso il segretario Fisac, è il tempo “per accompagnare il risanamento e il rilancio del gruppo, comprese le verifiche periodiche con Bruxelles sui risultati, da un coinvolgimento pieno, informato e trasparente delle nostre rappresentanze aziendali”.