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Oltre 100 croci, cartellini rossi, striscioni da tutti i paesi: venerdì 29 maggio a Zurigo i sindacati delle costruzioni mondiali – in testa Bwi e Fetbb (federazione mondiale ed europea) – manifesteranno davanti alla sede dell'assemblea generale della FIFA per ricordare il dramma che si sta consumando nei cantieri del Mondiale 2022 in Qatar, dove oltre 1 milione di edili vivono in condizioni disumane, affamati, assetati, con turni di 16 ore, esposti a temperature estreme, ammassati in alloggi fatiscenti, sottoposti alla kafala, sistema di reclutamento che di fatto li rende schiavi.
Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil saranno presenti con una delegazione, guidata dai segretari generali Vito Panzarella, Domenico Pesenti, Walter Schiavella, che raccontano: “A quasi cinque anni dall’apertura dei cantieri, il conto dei morti è terrificante: 1.400, almeno 400 per incidenti diretti, il resto per infarto e suicidio. Ad oggi ogni partita di quei mondiali 'costa' 62 vite umane. In questi anni ci siamo mobilitati, con iniziative, raccolte di firme, appelli alle federazioni di calcio locali e ai grandi sponsor internazionali del calcio, per spingere la Fifa ad intervenire sul governo del Qatar. La Fifa, forse troppo impegnata nel tutelare interessi economici non sempre trasparenti, come le notizie di oggi ci confermano, non ha mai risposto ai nostri appelli" spiegano i segretari. Grazie alla mobilitazione “ora anche i grandi sponsor si stanno muovendo, consapevoli che quel Mondiale non sarà ricordato per meriti sportivi ma per questa strage di innocenti” e finalmente anche in Italia “grazie alle nostre mobilitazioni, se ne comincia a parlare”.
Numerose le iniziative messe in campo dagli edili di Cgil Cisl Uil in questi mesi: dal presidio davanti alla Figc, ai flash mob negli stadi di Torino, Firenze, Napoli in occasione dei turni casalinghi delle Coppe Europee e in tanti stadi delle serie minori; dal coinvolgimento di artisti (con l’adesione dell’intero staff di Made in Sud) all’interessamento di quotidiani nazionali “che ringraziamo per l’attenzione, anche se siamo ancora in attesa che i grandi format si accorgano del dramma che si sta consumando in quella terra lontana”. E poi la campagna sui social, con l’hashtag italiano #uncalcioallaschiavitu, il selfie con il cartellino rosso per la Fifa, inviato anche dai segretari generali delle confederazioni, ed infine la raccolta di firme su change.org.
Venerdì il momento unitario con il presidio a Zurigo, allo Hallenstadion, e poi si ricomincerà con le iniziative nei singoli paesi, fino a quando la Fifa non interverrà sul governo del Qatar “per ripristinare condizioni di vita e lavoro decenti e per mantenere la promessa fatta al momento dell’assegnazione del Mondiale, cioè l’abolizione della kefala per i lavoratori impiegati nei cantieri. Una promessa mai mantenuta, di fronte alla quale è ora di prendere una decisione ferma: o cambiano le cose o va revocata l’assegnazione del mondiale al Qatar”.