È di questi giorni la presentazione dei dati relativi all'intera attività 2011 degli appalti e subappalti pubblici in provincia di Modena, elaborati nello straordinario lavoro dell'Osservatorio provinciale della Cgil.
Un primo dato preoccupante è che, rispetto al precedente rapporto, all'Osservatorio provinciale non viene segnalato un significativo e crescente numero di modalità con cui gli enti modenesi assegnano i loro appalti. E ciò avviene, a parere del sindacato, perché cresce il numero delle assegnazioni col criterio sbrigativo del massimo ribasso. Infatti, su un totale di 492 appalti, in 188 casi l'informazione 'non è pervenuta' all'Osservatorio da parte degli enti.
Delle 305 gare di cui si hanno le informazioni complete, solo 38 (il 12,5%) sono assegnate col criterio intelligente dell'offerta 'più vantaggiosa' e per un importo complessivo di 48 milioni, mentre ben 267 (il 87,5%) col massimo sconto e per un ammontare di 68 milioni. Tra questi ultimi, se ne contano 111 con uno sconto che supera il 15%, 49 oltre il 25% e 22 oltre il 30%, distribuiti tra Provincia, Asl, Burana, Villa Fiorita, Aimag ed Hera. Per il sindacato, "è un dato preoccupante e in controtendenza rispetto alle intenzioni e dichiarazioni emerse chiaramente anche nel corso del recente convegno con il Procuratore Lucia Musti e gli amministratori modenesi".
Tutti gli amministratori hanno ribadito la necessità di ridurre sensibilmente le procedure "scorciatoia" del massimo ribasso, che, pur senza criminalizzare, rappresentano un rischio ben maggiore per fenomeni di lavoro nero e irregolare o imprese ad influenza malavitosa. Nel settore delle costruzioni, le forme di lavoro si stanno inquinando sempre più e lo confermano gli esiti preoccupanti dei controlli e delle ispezioni fatte nei cantieri nell’ultimo anno. A fronte del crollo degli occupati con regolare rapporto di dipendenza, crescono le forme spurie di lavoro, le false partite Iva, le forme di intermediazione e di contratti a progetto fasulli. Il lavoro nero "si sta istituzionalizzando".
La Cgil ribadisce la propria sfida. Nel corso del corrente anno, si dovrebbero dimezzare gli appalti affidati con sistemi troppo sbrigativi ed a rischio legalità. "Inoltre – dichiara Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil locale –, condividiamo gli obiettivi urgenti di aggiornare il Protocollo provinciale sugli appalti del 2007 e che poi sia sottoscritto da tutti gli enti pubblici modenesi; di estendere ai lavori privati le norme ed i controlli in atto per quelli pubblici; di introdurre l'obbligo della certificazione antimafia anche per i subappalti; di rafforzare gli organici degli enti dello Stato addetti ai controlli. Infine, proponiamo di riempire con urgenza il silenzio su un paio di aspetti decisivi, come le unioni dei Comuni nel predisporre nuclei di Polizia municipale specializzati nei controlli sui posti di lavoro, nonchè di organizzare le nuove Stazioni uniche appaltanti (Sua), rese obbligatorie dalla legge per i 19 Comuni modenesi al di sotto dei 5.000 abitanti.
Modena, boom appalti al massimo ribasso
L'Osservatorio provinciale della Cgil segnala forti criticità e poco rinnovamento nei metodi: il lavoro nero si sta 'istituzionalizzando'
17 maggio 2012 • 00:00