"Con il paventato trasferimento di sedi ministeriali al Nord chi pagherà i maggiori costi per le casse dello Stato?". È la domanda che pone il responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil, Michele Gentile, sulla proposta della Lega di portare alcuni dicasteri al Nord attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare.
Per il dirigente sindacale, "i ministeri, così come tutta la pubblica amministrazione, vanno riformati alla luce del nuovo federalismo fiscale e dell'attuazione del titolo quinto della Costituzione che affida compiti e funzioni, che sono in capo ai ministeri, alle Regioni e alle autonomie locali". Il federalismo fiscale, ricorda Gentile, "dovrebbe prevedere le risorse economiche necessarie e certe per finanziare le funzioni che dal centro passano alle amministrazioni locali e quindi cosa c'entra con tutto questo il trasferimento dei ministeri?".
Sul tema, inoltre, Gentile chiama in causa la Ragioneria generale: "È mai possibile che la ‘rigorosa’ Ragioneria generale dello Stato non abbia nulla da dire su un'operazione che aumenterà in modo imprecisato i costi di funzionamento delle amministrazioni, almeno fino al loro raddoppio, e necessariamente ingrosserà il costo della burocrazia?". Inoltre, "come si farà con le retribuzioni e i trattamenti economici dei lavoratori che il governo pensa di dover trasferire al Nord? Con il blocco dei contratti e di ogni trattamento economico i costi saranno pagati dalla Lega e dal governo?".
Ministeri al Nord: Cgil, chi pagherà i costi?
8 giugno 2011 • 00:00