La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il cosiddetto decreto “milleproroghe” che opera un ennesimo taglio “non inferiore al 10 per cento” al personale delle pubbliche amministrazioni, ad esclusione di alcuni comparti come la pubblica sicurezza, Vigili del Fuoco, forze armate, presidenza del Consiglio e Potezione Civile. Lo dichiara oggi (9 febbraio) il segretario generale della Fp Cgil, Carlo Podda.

“Un taglio drastico
– a suo avviso - che si aggiunge a quelli già effettuati con la legge 133 del 2008. Una mannaia per i servizi pubblici che mette a rischio la loro tenuta e la loro qualità. Una mannaia che si abbatterà indiscriminatamente su un settore che, dopo essere stato umiliato dalla propaganda del Ministro Brunetta, adesso viene ulteriormente ridimensionato nell'organico”.

“Tutto ciò mentre il governo procede indisturbato nell'opera di privatizzazione dello Stato, dall'acqua al ciclo dei rifiuti passando per la difesa e la Protezione civile. Si riduce arbitrariamente la capacità del pubblico di fornire servizi efficienti, mentre parallelamente la politica ed i privati si appropriano degli apparati dello Stato e del loro controllo. Recentemente un'inchiesta giornalistica ha evidenziato come il blocco del turn-over, nella sola Inps, abbia causato una drastica diminuzione degli ispettori in organico, scesi da 1.588 a 1380 in soli 3 anni, con danni erariali evidenti”.

“Parliamo infatti di lavoratori che in media producono entrate (recupero di mancate entrate) per 1 milione e 88 mila euro a testa. La medesima valutazione potrebbe essere fatta per il personale dell'Agenzia delle Entrate. Un aiuto agli evasori, insomma, mentre li si premia ulteriormente con il prolungamento dello “scudo”, sempre contenuto nel ‘milleproroghe’, e soprattutto un danno irreparabile per il bilancio pubblico. Qualcuno ha calcolato i costi per la collettività di una tale riduzione – si chiede infine Podda -? Quali saranno i servizi colpiti, quante le mancate entrate? Ma non era stato lo stesso ministro Brunetta a sostenere che bisognava operare scelte selettive all'interno di un vero e proprio ‘piano industriale’?”.