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Quest'anno non ci sarà il 'tradizionale' allungamento dei tempi per gli inquilini che si ritrovano con il contratto di affitto scaduto. Il Milleproroghe, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non contiene infatti lo slittamento dei termini per impedire di mettere in strada quelle che per il Sunia, il sindacato degli inquilini, sono circa "30mila famiglie, in estremo disagio abitativo". Un diritto che veniva riconosciuto alle famiglie con determinati limiti di reddito e in difficoltà per avere a carico persone malate o più figli piccoli. Dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti fanno sapere che la misura è saltata semplicemente perché sul fronte affitti sono già operativi due fondi previsti nel decreto casa, con uno stanziamento di 446 milioni di euro. Plaude alla decisione del governo la Confedilizia, l'organizzazione proprietari immobiliari. Per il presidente Corrado Sforza Fogliani, infatti, "il governo evita il trentunesimo blocco degli sfratti", interrompendo quella che era diventata una "liturgia".
Il segretario generale del Sunia, Daniele Barbieri, esprime "forte preoccupazione", rigettando le spiegazioni dell'esecutivo. Per Barbieri, infatti, rifersce l’Ansa, "la categoria di inquilini questione non è interessata dai fondi di cui parla il ministero". Si tratta di persone che "pagano regolarmente, non di morosi": il loro problema sta in un contratto di affitto scaduto che da oggi non sarà più rinnovato. Ovviamente, chiarisce Barbieri, "non sono famiglie che vogliono restare nella casa in cui sono perché particolarmente attratte da quell'abitazione, ma perché non sono in condizione di trovare sul mercato un altro alloggio adeguato alle loro ristrette possibilità".
D'altra parte per vedersi riconoscere la proroga, spiega il segretario nazionale del Sunia Aldo Rossi, si deve essere in presenza di "nuclei bisognosi, con sulle spalle anziani, portatori di handicap, malati terminali. E non basta, non devono neppure superare i 27 mila euro annui di reddito lordo". Si tratterebbe di famiglie concentrate, secondo il sindacato, soprattutto nelle "grandi aree metropolitane, come Roma, Napoli, Milano, Torino". Il segretario generale del Sunia avverte che darà battaglia: "chiederemo ai prefetti di non concedere forza pubblica per questo tipo di sfratti e poi ci impegneremo affinché in sede di legge di conversione del decreto venga inserita la proroga".