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Dovevano essere circa 400 i pullman in arrivo per portare i lavoratori metalmeccanici di tutto il centronord alla manifestazione organizzata a Milano, in occasione dello sciopero generale di 8 ore proclamato dalla Fiom Cgil. “Sono molti di più, 700, forse 800”, dice il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini, alla testa del corteo partito da Corso Venezia.
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Una partecipazione che va ben oltre le aspettative dunque e che rappresenta “una nuova risposta alle politiche del governo Renzi”. Dal camion che guida il corteo il refrain è rivolto proprio al premier: “Matteo non stare sereno - scandisce il delegato Fiom - se pensi di mettere le mani in tasca ai lavoratori, stai sbagliando. Siamo noi la maggioranza. Articolo 18 e statuto dei lavoratori non si toccano”.
In piazza a Milano con la Fiom "non ci sono solo iscritti alla Cgil. Da qui parte il messaggio per cui la gente che lavora non è d'accordo con il governo. Dice che non è questa la strada e siamo pronti ad andare avanti", spiega Maurizio Landini a Milano. "Chi è in piazza non parla solo al sindacato ma al paese, al governo perché devono capire che per risolvere i problemi bisogna farlo con chi lavora", aggiunge il segretario Fiom e sottolinea che le posizioni del governo sono quelle di Confindustria: "L'attacco assurdo allo statuto dei lavoratori, la riduzione delle tasse senza garanzie sugli investimenti: queste sono le richieste di Confindustria. Ma cosi' si va a sbattere. Abbiamo offerto il dialogo a Renzi ma lui lo rifiuta. Lui ha scelto un'altra strada, noi gli diciamo - conclude Landini - che c'è bisogno di unire il Paese, non di dividerlo".
Sempre alla testa del corteo, al fianco di Landini c’è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ai giornalisti che chiedono un giudizio sulle parole del premier Matteo Renzi (che ha minacciato un nuovo ricorso al voto di fiducia per chiudere sul jobs act) risponde che “la partita non è chiusa, non è un voto di fiducia che cambierà il nostro orientamento, la nostra iniziativa”.
Sono presenti alla manifestazione anche i lavoratori della Scala di Milano, che hanno deciso di aderire allo sciopero (fermandosi per 4 ore) “non solo per solidarietà alla Fiom – spiega un delegato della Flc Cgil ai microfoni di Radioarticolo1 - ma per la grande preoccupazione per un settore, quello della cultura, che sta vivendo un momento di grande sofferenza”.